Dopo gli etruschi e la Rinascita, il Seicento. Palazzo Mazzetti da venerdì ospiterà la mostra Asti nel Seicento con inaugurazione prevista alle 18 una selezione di dipinti, incisioni e
Dopo gli etruschi e la Rinascita, il Seicento. Palazzo Mazzetti da venerdì ospiterà la mostra Asti nel Seicento con inaugurazione prevista alle 18 una selezione di dipinti, incisioni e tessuti realizzati da artisti genovesi e lombardi presenti nellAstigiano tra Sei e Settecento. Le opere sono testimonianze significative per qualità e rilevanza storica, individuate nel corso della ricerca condotta dal gruppo di studio dellUniversità di Torino sul territorio della provincia di Asti e restaurate con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio. Nel salone donore al piano nobile saranno esposti alcuni dipinti che illustreranno la ricchezza eterogenea della cultura figurativa astigiana nel XVII secolo, tra artisti locali e provenienze extraregionali, strettamente connesse a particolari figure di committenti.
Si potranno ammirare dipinti completamente sconosciuti agli studi e di grande rilievo per la storia artistica della nostra regione. Prima tra tutte limponente pala raffigurante la Madonna del Rosario un tempo collocata nella perduta chiesa dei Domenicani della Maddalena (attualmente in San Paolo), un dipinto cruciale per la storia della penetrazione della cultura artistica fiamminga in Italia settentrionale verso la fine del Cinquecento; si tratta verosimilmente del prototipo dal quale discenderanno per gemmazione numerose derivazioni disperse in molte zone dellastigiano e dellalessandrino. Proveniente da Roma è invece la Beata Vergine dOropa con i SS. Elena, ed Eusebio e il ritratto di Giacomo Goria, vescovo di Vercelli ma nativo di Villafranca, opera spettacolare dipinta dal lucchese Pietro Paolini intorno al 1650.
Nella sala dei Lombardi i visitatori, dopo lincontro con una pala di Camillo Procaccini raffigurante il Battesimo di Cristo già nel Duomo di Asti, vedranno per la prima volta la tela con San Secondo a cavallo proveniente da Villanova uno stupendo inedito per liconografia del santo patrono della città mentre per la sezione dedicata ai pittori genovesi, ritorneranno a Palazzo Mazzetti le spettacolari tele di Giovanni Battista Carlone di Incisa Scapaccino, restaurate con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti nel 2000. La mostra resterà aperta dal martedì alla domenica (10.3019.30) fino al 28 settembre, ingresso 5 euro (ridotti per under 18 e over 65). Venerdì alle 19 a Palazzo Mazzetti verrà inaugurata inoltre la rassegna Creuza de ma, che fino al 7 maggio ospiterà le opere dellartista Guglielmo Meltzeid.
e.in.