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Il sogno di Giorgia: un museo etnografico
Cultura e Spettacoli

Il sogno di Giorgia: un museo etnografico

«Mi sono iscritta ad antropologia perché affascinata da una monografia etnografica degli anni Venti scritta da un'antropologa americana sul paese siciliano dei miei nonni "milocca", ed

«Mi sono iscritta ad antropologia perché affascinata da una monografia etnografica degli anni Venti scritta da un'antropologa americana sul paese siciliano dei miei nonni "milocca", ed infatti la mia tesi è sui milocchesi che sono emigrati in Francia». Giorgia Mendola astigiana, 24 anni (nella foto è nella piazza di Aix les Bains intitolata a Milena), dopo il diploma al liceo classico si è laureata in Comunicazione Interculturale e ora è laureanda in Antropologia culturale ed etnologia.

E' appassionata di teatro e letteratura, fa la maschera all'Alfieri, scrive racconti brevi e legge narrativa – John Fante su tutti- e ama nuotare.
«Sono curiosa anche della cultura dell'est Europa. L'interesse per l'Albania, in particolare, è nato dopo un mese di volontariato in un piccolo e poverissimo villaggio a nord di Tirana, sulla costa, dove ho fatto l'animatrice in un centro estivo per bambini. Ho ottenuto la laurea triennale con una tesi sulle vergini giurate, donne che per motivi legati all'antico codice civile tradizionale albanese, hanno scelto di cambiare il loro genere sessuale».
Giorgia ha le idee chiare e un sogno, per Asti.

«Se non si è capito – scherza – da grande voglio fare l'antropologa del Mediterraneo. Ma mi piacerebbe inaugurare un museo etnografico ad Asti che non sia solo un'esposizione di attrezzi contadini trovati nelle vecchie cantine, o un posto in cui ritrovare il piacere di impastare acqua e farina per fare gli agnolotti, ma un luogo in cui esplorare la fluidità dell'identità locale, incontrando le storie di chi è emigrato dalla nostra città, ma anche di chi ci è giunto in tempi recenti, arricchendola».

s.l.

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