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Cultura e Spettacoli
Arte

In mostra le stagioni creative di Mario Bionda

Sabato 21 gennaio l’inaugurazione dell’esposizione, comprendente 20 dipinti, promossa dalla Fondazione Guglielminetti guidata da Marida Faussone

Sarà inaugurata sabato 21 gennaio, alle 17 presso la Fondazione Eugenio Guglielminetti, la mostra “Mario Bionda (1913 – 1985). Donazione Edwige Schumacher e Marco Bionda”.
Comprenderà venti opere (dipinti, tecniche miste, disegni), eseguite dal 1959 al 1982, che appartengono al “Fondo Mario Bionda”, donato dalla consorte Edwige Schumacher e dal nipote Marco Bionda alla Fondazione Eugenio Guglielminetti, che ha promosso l’esposizione, offrendo una rivalutazione delle stagioni creative del Maestro: dalla figurazione, coltivata negli anni Trenta, alle lezioni accademiche di Felice Casorati e alla ricerca materica degli anni Cinquanta.

Il profilo di Mario Bionda

Nato a Torino nel 1913, allievo appunto di Casorati all’Accademia Albertina, Bionda si dedicò allo studio di figura e al motivo naturalistico, partecipando alla Biennale di Venezia (1930) e alla Quadriennale di Roma (1935). Tra il 1933 ed il 1939 si trasferì con la famiglia nella campagna astigiana, compiendo interventi pittorici in collaborazione con Franco Parachinetto presso il Salone dell’Intendenza di Finanza di Asti ed esponendo alla Mostra d’Arte Astigiana (1937). Quindi, dopo la partecipazione alla seconda guerra mondiale, si stabilì a Milano. Attivo nell’ambiente culturale milanese della Galleria “Il Milione” durante il decennio Cinquanta, espose in diverse rassegne nazionali e successivamente internazionali. Negli anni Sessanta concepì cicli pittorici dedicati alla percezione della natura e alla fisicità organica della luce.
Nel decennio Settanta, i soggiorni a Riomaggiore gli suggerirono composizioni di rocce e terre, volti e corpi, proiettati tra figurazione ed astrazione, esposti successivamente in tutta Italia (Parma, Firenze, Milano, Cagliari), mentre lo spazio pittorico si restringeva ad onirica dimensione.
Nei primi anni Ottanta, intense analisi critiche contribuirono all’accorta selezione di opere per la rassegna “L’informale in Italia” (GAM, Bologna 1983).
Mario Bionda si spense nel 1985 a Penango, nella casa appena acquistata con la consorte Edwige, lontano dalla frenesia urbana milanese.

Le mostre postume

Numerosi gli allestimenti postumi, il più recente dei quali, a livello locale, è stato ospitato presso la Fondazione Eugenio Guglielminetti in occasione del trentennale della morte.
La mostra è promossa in collaborazione con Fondazione Asti Musei e Comune di Asti, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e Reale Mutua Assicurazioni.
Curata da Marida Faussone con allestimento di Giuseppe Orlandi, sarà visitabile fino al 19 marzo da martedì a domenica dalle 10 alle 19.

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