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Sala Pastrone
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Cinema

In Sala Pastrone domani il film “Il ritorno di Maciste”

In programma anche l’incontro con il regista Maurizio Sciarra affiancato da Riccardo Costa, presidente del circolo Vertigo

Domani (martedì), alle 17.30 e alle 21.30 in Sala Pastrone, spazio al film “Il ritorno di Maciste” (2023) di Maurizio Sciarra, con Giuseppe Abbagnale e Steve della Casa. Per l’occasione, alla fine di entrambe le proiezioni sarà presente il regista insieme a Riccardo Costa, presidente del Circolo cinematografico Vertigo e di Asti International Film Festival.

Il film

Il film mette sotto i riflettori il personaggio di Maciste, ideato da Gabriele D’Annunzio, e il fortunato “incontro” con il regista astigiano Giovanni Pastrone, 110 anni dopo la prima nazionale di “Cabiria”, il film muto da lui diretto di cui Maciste era protagonista.
Maciste – l’eroe dalla forza sovraumana che con i suoi muscoli, ma soprattutto con il suo senso di giustizia, protegge l’umanità dal male – divenne l’emblema del gigante buono. Ma poco si sa delle origini e della storia di chi interpretò il personaggio, il portuale genovese Bartolomeo Pagano, che vide la sua vita cambiare in seguito all’incontro con Pastrone. Oggi è il campione olimpionico di canottaggio Giuseppe Abbagnale a riportare Maciste in scena e a far conoscere la storia di Pagano.
In questo film, che sfuma i confini tra realtà e finzione, il pretesto narrativo è una proiezione di “Cabiria” organizzata dal critico Steve Della Casa, al termine della quale il personaggio di Maciste esce dallo schermo e prende vita nel mondo reale, costretto a confrontarsi con un mondo – quello contemporaneo – che sembra averlo dimenticato.

Il commento del regista

«La storia di Bartolomeo Pagano è l’intreccio di diversi racconti del primo cinema muto italiano – commenta il regista – che con Pastrone propone nuovi linguaggi e tecniche. Ma è anche la storia di un’Italia che scopre la nascita della grande industria del cinema e che permette l’affermarsi della prima “dittatura di massa”, alla ricerca di eroi e sentimenti che la rappresentino. È poi la storia di “un uomo qualunque” che viene strappato al pesante lavoro del porto e diviene simbolo della forza a servizio della giustizia sociale».

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