Chi lo ha visto esibirsi su un palco con la chitarra elettrica a tracolla sarà stupito nel pensarlo alle prese con un romanzo. E invece la prima prova letteraria di Max D'Amico, pubblicata nel
Chi lo ha visto esibirsi su un palco con la chitarra elettrica a tracolla sarà stupito nel pensarlo alle prese con un romanzo. E invece la prima prova letteraria di Max D'Amico, pubblicata nel 2013 da BookSprint Edizioni, sembra avere quel fascino sottile e oscuro che è tratto caratteristico di molta letteratura "cult" degli ultimi anni. E se il titolo dell'opera, "James Parrott -? Un romanzo dall'inferno", non fosse prova sufficiente, la presenza dell'autore al Palafiori di Sanremo (Im) durante la settimana del più celebre festival musicale italiano potrebbe darne la misura.
D'Amico è stato ospite dello stand di BookSprint Edizioni, proprio nella cittadina ligure, per un'intervista promozionale (presente anche in formato video a questo link) nella quale ha approfondito alcuni dei temi trattati nelle pagine del suo esordio come scrittore. Un racconto lungo, tra canzoni rock ed echi bukowskiani, che si dipana in un flusso ininterrotto simile a quello di un videogame "spara?tutto" in cui i personaggi sfumano pian piano dentro la loro stessa essenza violenta e malinconica, spingendo la propria umanità senza freni su una strada diretta a senso unico verso la distruzione consapevole. Certa critica l'ha definito come uno dei primi esempi di racconto in cui la scrittura incontra i codici espressivi della musica (rock) e del cinema (splatter) in una sorta di ibridazione dei linguaggi fuori dagli schemi.
A tirare le fila del racconto è Eric Draven (non a caso protagonista de "Il Corvo", film del 1994 diretto da Alex Proyas e tratto dall'omonimo fumetto di James O'Barr), i cui comportamenti e le cui azioni sono dettate, consigliate e valutate da un pappagallo che, dice D'Amico, «rappresenta la natura, selvaggia ma giusta» perchè, aggiunge, «la natura non è né buona né cattiva, è assoluta e anche perfetta. L'unica cosa perfetta al mondo». Nell'incontro sanremese, il musicista e scrittore astigiano, oltre a spiegare le ragioni che lo hanno spinto alla stesura di questa storia, ha precisato anche il motivo per cui essa stessa è impregnata di una violenza quasi incontrollata: «è una sorta di paradosso narrativo -? dice D'Amico -? La violenza che si ritrova nel testo è talmente esasperata da diventare ironica, tarantiniana per dirla con il cinema».
Astigiano, classe '76, Max D'Amico è un chitarrista e compositore rock che, dopo aver fatto parte di diversi progetti musicali tra cui i Never Care, è attualmente impegnato con le band Arizona Dogs e Le Forbici. Info 0828/951799 o sul sito ufficiale www.booksprintedizioni.it
Luca Garrone