Cosa distingue un amatoriale da un professionista? Può un amatoriale proporre prodotti di qualità anche senza i crismi del professionista? E perché una persona decide di buttare il cuore oltre
Cosa distingue un amatoriale da un professionista? Può un amatoriale proporre prodotti di qualità anche senza i crismi del professionista? E perché una persona decide di buttare il cuore oltre lostacolo e provare a fare il grande salto e campare di una sua passione mentre altre, pur dotate di un talento invidiabile, preferiscono continuare a considerare la propria attitudine artistica soltanto un divertimento? Nella Lente di questa settimana abbiamo provato a rispondere a tali domande andando ad analizzare tre realtà astigiane capaci, con la loro amatorialità, di fornire un apporto rilevante allofferta culturale del nostro territorio. Persone che però non fanno della loro arte un lavoro ma la coltivano solo nel tempo libero come un hobby divertente. Ad esempio cè chi come Simone Poncino, dipendente di un supermercato, possiede una spiccata personalità artistica riuscendo ad esplicarla soprattutto nel canto e nel musical.
Oppure ci sono i Fuori Di Quinta, gruppo di attori per diletto che, al pari di altre compagnie amatoriali astigiane, riescono ad interessare il pubblico con testi portati in scena in maniera brillante e talvolta davvero esilarante. Passando al campo delle arti figurative, cè chi come Marisa Garramone, una volta terminate le ore di lavoro presso lo showroom Perosino di Isola dAsti, dipinge quadri che sanno descrivere dettagli dastigianità con sentimento e amore per il territorio. In merito alla tematica dellamatorialità nellarte abbiamo chiesto un parere ad Ottavio Coffano, pittore e scenografo astigiano, professionista.
Non è disturbante vedere allopera un amatoriale dice Coffano, anche professore allAccademia Albertina di Belle Arti di Torino ed anzi io apprezzo tutto quello che un individuo è in grado di fare nel campo artistico però sforzandomi di collocarlo nella dimensione opportuna. E mi spiego: se due amici giocano a tennis possono divertirsi parecchio ma il problema sorge se quei due amici si mettono in testa di andare a fare i campionati del mondo e se un meccanismo deviato glielo consente poiché a quel punto si produrrebbe un effetto ridicolo. Allo stesso modo apprezzo se mia moglie cucina un buon piatto di spaghetti ma sono consapevole che quel piatto sarà diverso qualitativamente dalla medesima proposta culinaria portata in tavola dallo chef migliore dItalia.
Ora, fuor di metafora, la questione è che qui sembrano essere saltati i filtri e la capacità di conoscere e valutare con il conseguente rischio che i dilettanti che non sanno neanche cosa stanno facendo invadano il mercato con proposte qualitativamente basse tendendo ad ingannare i compratori e questo lo dico soprattutto in riferimento al campo delle arti figurative. Quando si vedono i tagli di Fontana si deve ragionare sul pensiero che sta dietro a lavori del genere mentre invece talvolta i dilettanti sono tali non solo dal punto di vista manualistico ma anche nel pensiero; quel pensiero che invece costituiva la base delle opere dei grandi pittori e scultori. Oggi invece vedo un livello di profonda ignoranza e credo che la mancanza di cultura sia molto più grave della mancanza di tecnica. Dopodiché se chi è senza cultura e magari anche senza tecnica si diverte a dipingere credo faccia bene a farlo poiché coltivando una passione ne beneficia lequilibrio psico-fisico del soggetto stesso ma al contempo credo pure che si debba essere costantemente in grado di distinguere tra professionismo e amatorialità, senza fare pericolose e fuorvianti confusioni.
Anche nel teatro è così conclude Coffano e sta trionfando il puro dilettantismo. Ad esempio in passato ad Asti Teatro cera una sezione dedicata ai gruppi amatoriali distinta da quella rivolta ai grandi professionisti che tenevano il palcoscenico al Palazzo del Collegio. Ora, invece, è tutta una mescolanza con il risultato che in tal modo il teatro non risulta neppure più attraente poiché ognuno porta in scena i suoi amici. Insomma è quantomai necessario, anche in quellambito, distinguere unattività nobile e divertente, realizzata da appassionati, dalle proposte di tipo professionistico.
Bartolo Gabbio