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Cultura e Spettacoli

La condizione umana secondo Beckett,
Mauri e Sturno grandi come sempre

Dapprima i due affiorano da altrettanti bidoni della spazzatura, come i protagonisti di “Finale di partita”; poi, con “Respiro”, non c’è più neanche la presenza fisica, soltanto il vagito

Dapprima i due affiorano da altrettanti bidoni della spazzatura, come i protagonisti di “Finale di partita”; poi, con “Respiro”, non c’è più neanche la presenza fisica, soltanto il vagito di un neonato ed il rantolo di un moribondo. Glauco Mauri e Roberto Sturno, stupendi come sempre, hanno raccolto in uno spettacolo, breve e tesissimo, alcuni dei testi migliori di Samuel Beckett. Oltre al già citato, “Improvviso dell’Ohio”, “Atto senza parole” e “L’ultimo nastro di Krapp”.

Beckett descrive genialmente la condizione umana, in cui via via tutto viene meno, anche la parola: se in “Improvviso dall’Ohio” un lettore legge ad un ascoltatore un testo scarno e scabro, in “Atto senza parole” la parola stessa è diventata inutile: all’uomo respinto da ogni parte, non resta che guardarsi le mani con disperazione.

Alla magnifica prova di Roberto Sturno Glauco Mauri ha risposto da par suo con una toccante versione di Krapp, che riascolta la propria voce registrata tanti anni prima (è quella dello stesso Mauri nella sua versione del 1961) e non può che registrare i suoi fallimenti. Grandi i testi e grandi gli interpreti: il pubblico ha seguito lo spettacolo in un silenzio tesissimo, tributando ad entrambi lunghi e calorosi applausi finali.

a.g.

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