Si è trasformata in una festa musicale, con tanto di “bis” richiesti a gran voce dai presenti, la serata di sabato nel cortile del Michelerio, per “La Douja del Monferrato” a cura del Consorzio Barbera e Vini del Monferrato con Monferrato on Stage nell’ambito della Douja d’Or.
Ospite, voce e chitarra elettrica, Federico Poggipollini, con il soprannome di “Capitan Fede” da anni al fianco di Luciano Ligabue, sia nei dischi premiati da pubblico e critica, che sui più grandi palcoscenici d’Italia.
«La mia famiglia voleva che studiassi da dentista, ma la musica mi è sempre girata attorno – ha raccontato – Ho iniziato a suonare il pianoforte intorno ai 7 anni, ma lo studio classico non mi andava a genio. Ho sempre preferito l’improvvisazione, come nel blues».
Appena finita la frase, e già le dita sulla chitarra, complice l’amplificatore valvolare alle spalle e la cassa a pedale a dare il ritmo, davano forma alle dodici battute di uno standard in tutta la loro suggestiva energia. «Ho registrato il nuovo album, “Canzoni rubate”, tra Bologna e San Francisco, con la complicità del batterista Michael Urbano, già con la band di Ligabue – ha proseguito – Mi piaceva l’idea di riproporre brani italiani anche insoliti». Ed è stata così “Monna Lisa” del mai abbastanza ricordato Ivan Graziani, martellante nel ritmo e narrativa nelle liriche, a rappresentare l’indirizzo nella scelta dei brani.
Gli altri brani proposti
Proposte dal vivo nel corso della serata anche “Varietà” (su disco è in duetto con Gianni Morandi), “Vincent Price” di Faust’O e “Chiodo” dei mitici Skiantos. Poggipollini: «Da giovanissimo ho vissuto una Bologna vitale e ricca di fermenti musicali. Roberto “Freak” Antoni, con il suo stile surreale, è stato di grande influenza, insieme ad altre band e persino artisti come Andrea Pazienza».
A sorprendere chi conosce l’ospite soprattutto come “braccio destro” di Ligubue sono state probabilmente però le composizioni originali, da “Solo un difetto” a “Per le strade di New York”, da “Bologna e piove” a “Delay”: canzoni mature, accattivanti e intense. Per “Piccola stella senza cielo”, inevitabile catalizzatore di attenzione, ad affiancarlo come cantante è arrivato Francesco Mobrici. Non sarebbe stata l’ultima ospitata, visto che il repertorio della serata ha visto risuonare nel cortile del Michelerio anche i Beatles (“Come together”, con Elisabetta Gagliardi), i Clash (“London Calling”) e i Soft Cell (“Taintet Love”). Duetto d’eccezione a fine serata: conclusi i saluti istituzionali, è stato il presidente Filippo Mobrici ad affiancare Poggipollini per Lucio Battisti (“Il tempo di morire”) e Ben E. King/Celentano (“Stand by me/Pregherò”).
Una “Douja del Monferrato”, insomma, piacevolmente a tinte rock.