Umberto Eco lavorò alla Bompiani con un astigiano illustre, Paolo De Benedetti. Proprio a lui Umberto Eco scrisse una poesia divertente pubblicata sulla rivista Humanitas, che ad un certo punto
Umberto Eco lavorò alla Bompiani con un astigiano illustre, Paolo De Benedetti. Proprio a lui Umberto Eco scrisse una poesia divertente pubblicata sulla rivista Humanitas, che ad un certo punto recitava così: PDB abbreviazione del nome e cognome – a noi insegna il segreto nom di Dio: ah sapessi anco pur io tanto ebraico quanto lui, che cotanta erudizione a noi dona il mar dei mar. In occasione del nostro caffè insieme, ricordando questa composizione spiritosa dellamico, Paolo De Benedetti sorrise e mi raccontò di come cominciò questa amicizia. Umberto Eco ed io siamo stati compagni di Università, la nostra vita da studenti era scherzosa e goliardica. In seguito fui io il tramite per lingresso di Eco nella Bompiani e ricordo che fu proprio Bompiani stesso a incaricarmi di contattarlo per proporgli lassunzione. Da quel momento si può dire che il funzionamento della Bompiani fu affidato a tre redattori: al sottoscritto, a Umberto Eco e allastigiano Sergio Morando. Lamicizia con Eco, anche se i casi della vita ci hanno poi allontanati, è stato uno degli aspetti positivi della nostra coesistenza Bompianesca. Alla Bompiani io mi occupavo di libri religiosi e strenne, Eco delle produzioni filosofiche più varie.Intuii limportanza e il ricordo vivo di questo rapporto quando il mio interlocutore mi disse: Se ci incontrassimo oggi, certo ci abbracceremmo.
a.c.
PDB è quellerudito/che riuniva molti saggi/ a parlar di personaggi/nella casa di Bompian./ Poi un dì come un rabbino/ Strologò sugli Elohim/ Insegnando anche ai Goym/ Cosè il Vecchio Testament/ ( ) Tra salmisti e masoreti/ se lo chiudi anche a Rebibbia/ se ne sta a sfogliar la Bibbia,/ né si accorge desser là.( ).