Da sabato il patrimonio della città si è arricchito di un nuovo polo culturale. Le sale al piano terreno di Palazzo Mazzola sono ora la sede del Museo del Palio, parte di un recupero che sta
Da sabato il patrimonio della città si è arricchito di un nuovo polo culturale. Le sale al piano terreno di Palazzo Mazzola sono ora la sede del Museo del Palio, parte di un recupero che sta interessando ledificio rinascimentale grazie ai fondi europei del Pisu. «Una parte del museo sarà dedicata allespozione permanente di materiali e cimeli – ha spiegato il sindaco Fabrizio Brignolo dopo il taglio del nastro – unaltra parte è destinata invece ad allestimenti temporanei. Al momento ospita alcuni dei drappi più belli provenienti dalla Collegiata di San Secondo. Per il futuro contiamo sulle proposte dei comitati Palio per far vivere il museo, individuando nuovi temi.» Larga parte del percorso è occupata da pannelli che raccontano le radici della corsa, il significato che aveva in origine per la città, le regole e i tracciati che la definiscono.
In esposizione anche antichi volumi miniati, in contrasto con la tecnologia degli elementi multimediali. Il visitatore è quindi coinvolto in una simulazione della stima la qualità dei drappi, mentre i più piccoli possono divertirsi a disegnare un palio dettato dalla loro fantasia. «Questo museo contiene qualcosa che mette in relazione presente e passato e ci insegna che non dobbiamo farci spaventare dai cambianenti, se questi sono in sintonia con la nostra storia», ha commentato lassessore al Palio Massimo Cotto, che ha voluto ringraziare il suo predecessore Alberto Pasta, tra i fautori del museo. I lavori sono stati seguiti dallarchitetto Cristina Cirio, responsabile progettazione e manutenzione degli edifici storici per il Comune.
Il destino ha voluto che il compito toccasse proprio a lei, che nel 1990 si era laureata con una tesi in cui immaginava un museo del Palio in città: «Liter è iniziato nel 2013 e si è concluso entro la data che ci eravamo prefissati, sotto la direzione lavori dello studio Masoero – Tondo. Credo che siamo riusciti a raggiungere lobiettivo di offrire un percorso attraverso la storia di Asti, raccontando levolversi della sua manifestazione più antica». Tante le figure coinvolte nella realizzazione, a partire dal comitato scientifico composto da Gianluigi Bera, Silvana Ferraris, Barbara Molina, Donatella Gnetti, Ezio Claudio Pia e Maria Antonella Perosino. E invece opera del 19enne Gabriele Bosco, studente del liceo artistico, il logo del museo che accoglierà i visitatori. Dopo laffollatissima inaugurazione di sabato, lorario di apertura resterà 10-13 e 16-19, chiusura settimanale lunedì. Più di trecento i turisti che hanno visitato domenica il museo, tra loro turisti spagnoli e inglesi che hanno colto loccasione per un selfie con i preziosi costumi esposti, realizzati dalla Sartoria Teatrale DV Costumi di Mongardino.
e.p.r.