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Bionda Mario mostra
Cultura e Spettacoli
Pittura

L’arte informale al centro della mostra dedicata a Mario Bionda

Visitabile fino al 19 marzo, presso la Fondazione Guglielminetti, la mostra che comprende venti opere del pittore torinese legato all’Astigiano

Sabato scorso, presso la Fondazione Eugenio Guglielminetti in corso Alfieri 375, è stata inaugurata la mostra “Mario Bionda (1913 – 1985). Donazione Edwige Schumacher e Marco Bionda”.
Si tratta di venti opere eseguite tra il 1959 e il 1982, appartenenti al “Fondo Mario Bionda” e donate dalla consorte Edwige e dal figlio Marco alla Fondazione Guglielminetti. Quadri importanti che, grazie alla mostra curata da Marida Faussone e allestita da Giuseppe Orlandi, permettono un approfondimento della complessa poetica di Bionda, passata dalla figurazione degli anni Trenta alla ricerca materica degli anni Cinquanta.
Numerosi i presenti. Tra questi, oltre ai promotori, la stessa Edwige Schumacher, l’assessore comunale alla Cultura Paride Candelaresi, il presidente della Fondazione Asti Musei Mario Sacco e il consigliere comunale e provinciale Mario Malandrone.
«Grazie alla donazione della famiglia Bionda – ha esordito Marida Faussone – abbiamo queste opere che appartengono alla fine degli anni ’50 e all’inizio degli anni ’60. Un momento fondamentale dell’arte informale europea che fu, però, un periodo molto breve, presto assorbito dalla sfera dell’astrattismo».

I quadri esposti

I venti quadri esposti sono eseguiti con tecniche miste e numerosi sono i polimaterici fatti con materie vive, come sabbia, gesso o argilla. Quadri pieni di ombre, da cui emergono emozioni nascoste; opere espressive, sperimentali, in cui si percepisce la ricerca e che non lasciano indifferenti. «Lavori in cui i colori, soprattutto negli anni ’80, diventano pian piano sempre più freddi – sottolinea la curatrice – diventano colori della memoria, della mente. Diventano una sorta di addio».
«Il periodo informale è stato molto breve, è vero – ha commentato Paride Candelaresi – ma ha fatto emergere grandi talenti che vanno riscoperti, proprio come sta facendo la Fondazione Guglielminetti». «La nostra è una città, dal punto di vista artistico e culturale – ha concluso Mario Malandrone – fulcro del territorio, cui la Fondazione Guglielminetti contribuisce in modo ottimale».
Torinese, allievo di Felice Casorati all’Accademia Albertina, Bionda si trasferì nella campagna astigiana tra il 1933 e il 1939, per poi vivere a Milano. Tornò successivamente a Penango, dove si spense nel 1985 nella casa appena acquistata con la moglie Edwige per vivere lontano dalla frenesia milanese.
La mostra è visitabile fino a domenica 19 marzo dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19.
Ingresso con Smarticket acquistabile presso Palazzo Mazzetti in corso Alfieri 357 (tel. 0141/530403).

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