È un libro senza dubbio “avventuroso”, ambientato nello spazio, quello scritto dall’astrofisico Massimiliano Razzano, astigiano doc (è originario di Penango) e oggi professore associato di Fisica all’Università di Pisa. Solo che i protagonisti del volume, un saggio scientifico pubblicato per Carocci editore, sono quelli che Razzano chiama i messaggeri dello spazio: la luce, i neutrini e le onde gravitazionali.
Per un astrofisico come Razzano è materia di tutti i giorni, ma rendere questi temi alla portata del pubblico “laico” non era per nulla semplice. L’autore ha colpito nel segno grazie non solo alla sua indiscutibile preparazione, ma anche a una capacità divulgativa che emerge capitolo dopo capitolo. “Ascoltare il cosmo – Le frontiere dell’astrofisica dai neutrini alle onde gravitazionali” è un saggio per chi vuole indagare sugli aspetti più oscuri dell’universo, ma che racconta in maniera semplice e intuitiva le principali scoperte, anche molto recenti, dell’astrofisica multimessaggera.
Non di pianeti, stelle, galassie che formano questo infinito luogo dove viaggiamo con l’unica casa di cui disponiamo, la Terra, ma un libro che spiega ciò che a occhio nudo non si vede, eppure esiste, e che gli astrofisici hanno imparato ad osservare attraverso messaggeri molto particolari: la luce proveniente dai corpi celesti; i neutrini che sfrecciano nello spazio come proiettili e “piovono” continuamente sulla Terra e i tenui sussulti delle onde gravitazionali che testimoniano colossali scontri cosmici capaci di far vibrare la trama dello spaziotempo.
Razzano, che è anche giornalista scientifico e collaboratore di diverse testate nazionali, ci accompagna in un viaggio lungo anni luce introducendoci, un po’ per volta, a concetti quali le onde elettromagnetiche, la radioastronomia, le osservazioni tramite gli ultravioletti, i raggi X, i raggi gamma, per arrivare quindi ai protagonisti del libro, i messaggeri del titolo. In realtà i numerosi progetti per ascoltare il cosmo, raccontati con grande cura da Razzano, narrano anche le vicende di quegli scienziati che hanno dedicato il loro lavoro, e spesso tutto la loro vita, a far progredire gli strumenti tecnologici con cui oggi siamo in grado di ascoltare “i suoni” dell’universo.
E ciò rende l’avventura di questa branca dell’astrofisica ancora più interessante e meritevole di essere ripercorsa perché, alla fine, solo adesso stiamo iniziando a capire fenomeni che i nostri antenati non conoscevano affatto, anche se condividevano con noi le emozioni che quel cielo stellato sopra le loro teste suscitava notte dopo notte: e così sarà anche per chi verrà dopo di noi.