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Cultura e Spettacoli
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Leonardo Manera porta ad Asti i “segnali di vita” post Covid

Intervista al noto comico in vista del suo spettacolo all’interno di FestivaLieve

Vi piacerebbe passare una giornata con il comico Leonardo Manera? Da quando si alza a quando va a letto passando per abitudini, impegni, obblighi, tic e astrazioni di una normale giornata italiana?

La possibilità esiste. Basta assistere al suo spettacolo che è uno di quelli ricompresi nel calendario di FestivaLieve in programma per il fine settimana; sarà lui la star del sabato sera al Palco 19 con inizio alle 21,30. E, in anteprima, ha risposto a qualche domanda per spiegare che tipo di performance sarà la sua.

“Segnali di vita” è il titolo dello spettacolo che porterà ad Asti. Di cosa si tratta?

E’ un monologo in cui il filo conduttore è la descrizione di una giornata qualsiasi di un uomo qualsiasi in un qualsiasi luogo d’Italia. Dal mattino alla sera si analizza, in chiave comica, se la tecnologia impensabile fino a qualche anno fa, ci rende più sereni, ci aiuta o se, invece, ci rende più ansiosi e infelici.

Uno spettacolo che lei aveva già scritto in periodo ante Covid. E’ stato aggiornato?

Certamente. Oggi non si può prescindere dagli obblighi, dai limiti e dalle prescrizioni imposte dalle norme anticontagio come non si può non fare i conti con abitudini nuove come lo smart working o la DAD dei figli.

Ma lo spettacolo parla anche di raccolta differenziata dei rifiuti prodotto da una normale famiglia italiana come della pausa pranzo o dei riti della tv. Insomma, un’analisi comica con spunti di riflessione in cui tutti possono riconoscersi.

Dunque la vedremo vestito di nero impegnato in un unico lungo monologo?

No, no. Il mio “uomo qualsiasi” incontra, durante la sua giornata, personaggi vecchi e nuovi.

Lei è ospite del FestivaLieve. Quale definizione dà della lievità?

E’ un modo di affrontare cose serie sempre con ironia, leggerezza, comicità per esorcizzare il peggio. Andare a vedere dal vivo uno spettacolo comico consente di sorridere dei problemi in cui tutti possono riconoscersi. Ed è una grande terapia.

Quindi una grande risata ci salverà?

Arriviamo da due anni di grande “pesantezza”, sempre alla ricerca di colpevoli. E’ ora di tornare a sorridere e a smettere di guardare talk show in cui litigano i virologi.

Sarà la sua prima volta ad Asti?

Sono già venuto altre volte in occasioni di uno spettacolo di beneficenza “Un Sorriso per Matteo”. Quest’anno purtroppo non ho potuto partecipare, ma conosco già Asti.

Anche perché lei ha lavorato con un illustre astigiano, il regista Lucio Pellegrini nella trasmissione comica “Ciro”.

Lucio Pellegrini è astigiano? Lo apprendo ora. Non me lo ha mai detto. Ho un ricordo buonissimo di lui: una persona molto corretta. Il che non è così scontato nel mondo dello spettacolo.

Manera non è il suo vero cognome. Perché lo ha scelto?

Perché io ho iniziato a lavorare nello spettacolo come mago. Il mio vero cognome è Bonetti e Leonardo Bonetti non suonava tanto bene. Così ho scelto Manera. Lo trovo più musicale, persino un po’ spagnoleggiante. Come se fosse fondamentale per un mago.

 

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