Si tratta di Italo Bassi, ex chef di Enoteca Pinchiorri ed attuale patron del ristorante ConFusion
L’imprinting dell’organizzazione della Fiera del Tartufo di quest’anno è dato dalla presenza, durante il prossimo week end, di due chef che si sono meritati la stella Michelin. Uno di casa nostra, Massimiliano Musso di Cà Vittoria di Tigliole (che si esibirà in uno show cooking all’inaugurazione della fiera) e uno che invece partirà da Verona per tre giorni pieni di impegni ai fornelli (e non solo).
Si tratta di Italo Bassi, ex chef di Enoteca Pinchiorri ed attuale patron del ristorante ConFusion.
La sua sarà una importante trasferta astigiana che lo vedrà giocare diversi ruoli: da quello a lui più congeniale di chef in ristorante al Cambiocavallo, a quello di vip con uno show cooking in programma per domenica mattina a Palazzo Ottolenghi per finire con quello di ospite d’onore destinatario del Tartufo Bianco del Monferrato nella cerimonia di domenica pomeriggio.. Al Cambiocavallo lo chef Bassi sarà capo della brigata di cucina nelle due cene di stasera e domani (venerdì e sabato) preparando un menù straordinario interamente a base di tartufo.
Con lui, in sala, sarà presente anche il professor Giorgio Calabrese, dietologo e medico nutrizionista che proporrà un estratto della conferenza tenuta sulle virtù del tartufo la scorsa settimana alla Fiera di Alba; evento di cui è consulente scientifico.
Il professor Calabrese spiegherà come il tartufo debba finalmente essere considerato un nuovo alimento e non “solo” un profumatissimo condimento di pietanze, approfondendo tutte le virtù nutrizionali di questo frutto ipogeo e gli effetti benefici sulla salute delle persone. Tutto questo mentre Bassi preparerà i piatti da portare in tavola su sua ricetta esclusiva studiata, piatto per piatto, dopo una ricerca dei prodotti locali d’eccellenza fatta durante un precedente week end fra Monferrato e Langhe.
Un menu in cui troviamo, ad esempio, polenta, zucca, Castelmagno, castagne, topinambur.
Chef Bassi, quali difficoltà si incontrano nella cucina al tartufo?
In realtà poche, perchè quando si può usare una grande materia prima come il tartufo, il compito dello chef è solo quello di farlo accompagnare con piatti che lo esaltino. Meno lo si manipola e meglio è.
Un menù che prevede anche il dolce con tartufo. Ne esistono molte ricette?
Poche, ma se si sa dosare con equilibrio il tartufo anche con un dessert, il risultato è davvero interessante.
Se potesse portarsi a Verona un prodotto tipico dell’Astigiano, quale sceglierebbe?
Sicuramente il cardo gobbo. Un ortaggio straordinario che è molto difficile reperire fresco e croccante al di fuori della zona di produzione. Siete fortunati a poterlo comprare in tutti i mercati sotto casa e poterlo cucinare quando volete.
Domenica le verrà consegnato il Tartufo Bianco del Monferrato. Cosa ne farà?
Vorrei poterlo simbolicamente donare all’intera categoria di cuochi che lavorano in Russia. L’embargo di molti generi alimentari, soprattutto di provenienza italiana, ha provocato gravi danni ai menù serviti nei migliori ristoranti russi. Compresi quelli che contemplavano piatti con grattata di tartufo di cui i russi sono molto golosi.