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Cultura e Spettacoli
Intervista

Lucio Pellegrini: «Amo scrivere, il cinema è caotico»

Parla il regista astigiano, al suo esordio nel mondo della narrativa, che domani presenterà alla Biblioteca Astense il suo primo romanzo “La linea”

Si intitola “La linea” il romanzo d’esordio del regista astigiano Lucio Pellegrini. Pubblicato da oltre un mese dalla Nave di Teseo, sarà presentato dall’autore domani (venerdì) alle 18.30 alla Biblioteca Astense, nel corso di un incontro moderato dalla giornalista e scrittrice Laura Calosso, con letture dell’attrice Marina Occhionero (recentemente tra le protagoniste della serie televisiva “Studio Battaglia”).
Residente a Roma da oltre vent’anni, Pellegrini ha diretto, tra gli altri, i film “E allora mambo!” (1999), “Figli delle stelle” (2010), “La vita facile” (2011), la serie televisiva “Il miracolo” (2018) e “Carosello Carosone” (2021). Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per saperne di più sull’esordio nel mondo della narrativa.
Qual è la storia al centro del romanzo?
E’ una storia familiare che passa attraverso le vicende d’Italia mettendo al centro una coppia, formata da due ragazzi che si incontrano negli anni Settanta. Lui ambisce a diventare un importante architetto, obiettivo che raggiunge dopo molti anni, e lei lo accompagna e sostiene. La particolarità del romanzo è che comprende dieci racconti, ognuno dei quali è dedicato ad un componente diverso della famiglia in un tempo sempre differente. Una sorta di mosaico in cui il lettore si può costruire la storia della famiglia protagonista “mettendo insieme i pezzi” a suo piacere.

Il romanzo

Le vicende narrate partono dagli anni Settanta?
Anche prima, in quanto alcuni espisodi si svolgono alla fine della Seconda guerra mondiale. Comunque le vicende narrate attraversano il Novecento fino a questi primi vent’anni del nuovo millennio.
Dove è ambientato il romanzo?
Si svolge a Roma, in Africa (dato che il protagonista è nato e cresciuto in Eritrea, che diventa un luogo significativo della sua vita) e anche nell’Astigiano, in quanto la protagonista è nata nel Canellese. Inoltre propone storie legate alla città di Asti e alle Langhe.
Il titolo del romanzo si riferisce alla linea del tempo?
E’ la linea del tempo, quella che mette insieme la linea della vita di tutti i personaggi raccontati. Oltre al fatto che, essendo un romanzo che parla molto di architettura, rimanda a quell’elemento fondamentale che consente di progettare e costruire.
Anche in questo romanzo, come nei suoi film, i personaggi sono sfaccettati?
Sì, non sono bianchi né neri, sono di varie tonalità di grigio. Rispetto al film, poi, il romanzo ha ancora di più la possibilità di approfondire i caratteri, raccontarli, sfuggire ad un racconto lineare e concentrarsi sui momenti più significativi della loro vita.
Come accennato, infatti, la storia non è raccontata in modo lineare…
No, propone tanti frammenti che si svolgono in tempi diversi. E’ divertente, spero, per il lettore, riuscire a mettere insieme le caratteristiche e i cambiamenti dei personaggi passando attraverso i vari tempi che racconto.
I figli della coppia protagonista sono definiti appartenenti ad una “generazione tiepida”. Ci spieghi…
Sono figli di un tempo in cui non ci sono grosse problematiche di sopravvivenza, ma allo stesso tempo non ci sono spazi di espressione. E’ come se si trovassero di fronte ad una società bloccata e ad una famiglia che impone modelli difficile da replicare. Quindi mostrano un problema psicologico legato alle condizioni familiari di partenza, di privilegio ma anche di grande blocco. Poi ognuno è diverso, c’è chi ha ambizioni ma non riesce a realizzarle, altri che non ne hanno e vivono felici.
Nel romanzo, comunque, sono presenti vari personaggi che compongono un piccolo affresco che racconta più di una generazione.
Come mai ha sentito l’esigenza di scrivere un libro?
Sento questa esigenza da sempre, tanto che all’inizio della mia carriera avrei voluto scrivere. Poi la vita mi ha portato a fare il regista, anche con molto piacere. Comunque non ho mai abbandonato questa passione. Negli ultimi anni, in particolare, mi sono dedicato in modo più approfondito alla scrittura, fermando temporaneamente l’attività di regista perché volevo portare a termine il primo lavoro e cominciare ad esplorare questo mondo. Mi interessa, mi piace, è una dimensione esistenziale ed espressiva che mi si addice anche di più rispetto al cinema, che è molto caotico e impone di portare avanti “una nave in burrasca” tutti i giorni.
La scrittura è una dimensione più intima che consente un confronto diretto con se stessi.

 I progetti professionali

In quali progetti professionali è impegnato attualmente?
Ho girato una serie televisiva per la Rai che sto montando. Racconta la lotta al terrorismo attuata dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa dall’inizio degli anni Settanta. Un bel progetto con Sergio Castellitto nel ruolo di protagonista, molto articolato. Andrà in onda in autunno.
Per quanto riguarda i progetti futuri cosa ci può dire?
Vorrei tornare a fare un film, ma anche scrivere un altro romanzo, su cui ho già un’idea. Ho iniziato a lavorarci, per ora a rilento. Infatti non posso dire di essere veloce: per il primo libro ho impiegato quasi quattro anni.

Il cinema

Il cinema, come settore, è stato molto provato dalla pandemia, tra lockdown ed esplosione della piattaforme in streaming. Come ne uscirà, secondo lei?
Ne uscirà polarizzandosi, cioè continuerà ad esistere solo per i film d’autore con un pubblico di nicchia ma molto esteso, al di là dei confini nazionali, e i grandi colossal di grande impatto visivo, molti popolari. Tutta la parte “intermedia” è destinata ed essere dirottata sulle piattaforme. Gli sviluppi futuri, comunque, dipenderanno anche dalle politiche culturali del Governo, visto che si parla di rivitalizzare le piccole sale nei centri delle città di provincia.
Alla presentazione in biblioteca interverrà anche l’attrice astigiana Marina Occhionero. Avete già lavorato insieme?
No. Ci siamo visti in occasione di alcuni provini. E’ un’attrice che apprezzo, ha molto talento, per cui le ho chiesto se voleva leggere alcuni passi del libro. Ha accettato con entusiasmo, per cui mi fa molto piacere condividere con lei questo momento.

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