È stato presentato sabato scorso, presso la Biblioteca Astense, il libro “Il mare nostro – Cronache da una nave che fa la differenza”, edito da Piemme, firmato da Alessandro Porro e Marco Magnone.
Due astigiani che, unendo le loro esperienze, hanno dato vita a una storia che si muove tra finzione e realtà e rimanda a tutti noi, ma soprattutto ai ragazzi, cui è principalmente destinato.
Alessandro Porro, ex informatico, è presidente dell’organizzazione umanitaria Sos Mediterranee e dal 2017 dedica il 50% della sua vita, come ha ricordato in occasione della presentazione, a soccorrere persone in mare che fuggono dalla Libia. Marco Magnone è scrittore, molto amato dai più giovani, docente alla scuola Holden, socio del festival di letteratura per ragazzi “Mare di libri” e collaboratore di progetti di educazione alla lettura.
A condurre l’incontro è stato il giornalista Alexander Macinante.
Parla Marco Magnone
«Scrivere un libro a quattro mani con Alessandro è stato semplice», ha esordito Magnone davanti al numeroso pubblico e ai ragazzi del gruppo di lettura “Acchiappalibri”, raccontando come, iniziando a leggere il diario di bordo, ne sia stato immediatamente travolto. «E’ stato un libro che ho scritto velocemente – ha aggiunto – non per la fretta, ma piuttosto per l’urgenza che si percepiva negli appunti. La sfida è stata condensare la mole di materiale derivata dalle missioni di Porro».
Nel libro, infatti, la storia dei salvataggi si alterna a quella di fantasia di due fratellini del Burkina Faso, Fathia e Muneer, che, dopo essere sfuggiti a un eccidio, si ritrovano soli a vivere una serie di avventure e disavventure. Il tutto «in un doppio piano temporale che, probabilmente – ha sottolineato Magnone – si incrocerà verso la fine del libro».
Tanti salvataggi, dunque, nella vita di Alessandro Porro, ma anche testimonianze. «In mare c’è una vita di emergenza – spiega ancora – ma anche di grande attesa. C’è una vita che richiede capacità e freddezza, ma anche leggerezza».
Il libro
Aneddoti e ricordi, durante la presentazione, curiosità e domande per un libro in cui i due autori, fin dal primo capitolo, hanno cercato di portare il lettore sulla Ocean Viking, nel deserto, sul mare. «Abbiamo cercato di far sentire la fatica – affermano – la puzza, il terrore, di mostrare uno spaccato di quella vita».
Il libro termina con una sorta di autointervista in cui, con brevi riflessioni, viene spiegato il lavoro avvenuto per la sua stesura. «Un modo per aiutare il lettore ad orientarsi – concludono – fornendo gli strumenti per inquadrare nel giusto contesto quello che ha appena letto».