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Mario Sacco: «Douja di livelloanche senza soldi pubblici»
Cultura e Spettacoli

Mario Sacco: «Douja di livello
anche senza soldi pubblici»

«Abbiamo dimostrato che ad Asti si possono organizzare eventi di alto livello anche senza soldi pubblici». E' il messaggio principale che Mario Sacco, presidente della Camera di Commercio, Ente organizzatore della Douja d'Or e del Festival delle Sagre, vuole lasciare agli Astigiani al termine dell'edizione 2014 del Salone enologico, che ha chiuso i battenti domenica sera dopo dieci giorni di eventi…

«Abbiamo dimostrato che ad Asti si possono organizzare eventi di alto livello anche senza soldi pubblici». E' il messaggio principale che Mario Sacco, presidente della Camera di Commercio, Ente organizzatore della Douja d'Or e del Festival delle Sagre, vuole lasciare agli Astigiani al termine dell'edizione 2014 del Salone enologico, che ha chiuso i battenti domenica sera dopo dieci giorni di eventi.

Presidente, qual è il giudizio complessivo sulla Douja d'Or 2014?
«E' molto positivo, dato che abbiamo ottenuto risultati decisamente soddisfacenti (il bilancio definitivo sarà fornito nel corso di una conferenza stampa in programma giovedì, ndr). Il tutto dimostrando che i grandi eventi possono essere realizzati anche ad Asti, e senza un euro di contributo pubblico, come successo in questo caso».

Chi vi è venuto incontro?
«Abbiamo utilizzato le risorse interne che, lo ricordo, non arrivano dallo Stato ma unicamente dai diritti camerali pagati dalle imprese. A queste abbiamo aggiunto i contributi innanzitutto della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, quindi di alcune banche e aziende private. In passato era diverso, potevamo contare anche su aiuti pubblici: per esempio, la Regione ci forniva contributi molto importanti, che poi sono scesi progressivamente negli anni come entità fino a ridursi a zero quest'anno. Ma non è una lamentela: noi non pretendiamo nulla dagli Enti pubblici, i quali devono investire in settori indispensabili quali sanità, servizi sociali, trasporti».

I privati hanno contribuito anche al Festival Collisioni ospitato in Douja…
«A questo proposito posso solo dire che in questa partnership abbiamo mantenuto lo stesso budget destinato agli spettacoli che avevamo stanziato in passato, quando il Salone ospitava la rassegna "Suoni divini". Penso quindi che Collisioni abbia potuto contare su risorse notevoli da parte dei suoi sponsor privati. D'altronde, è proprio in questo periodo di crisi che le imprese devono pensare in grande».

Ora però incombe il disegno di legge che mira a ridurre le Camere di commercio…
«Lo scorso giugno il Governo ha lanciato un'idea sconcertante, ovvero quella di rivedere l'organizzazione delle Camere di Commercio attraverso tre interventi. Primo, riducendo i diritti camerali alle imprese: se in un primo tempo si era detto di azzerarli, ora si parla di ridurli del 35% nel 2015, del 40% nel 2016 e del 50% nel 2017. Peccato che rappresentino le nostre uniche entrate, dato che gli Enti camerali non ricevono un euro dallo Stato. Secondo, rideterminando le circoscrizioni territoriali, ovvero riducendo il numero delle Camere di Commercio in Italia. Terzo, rivedendone le funzioni, tra cui l'assegnazione del nostro compito principale, la nostra identità, ovvero il Registro delle imprese, che dovrebbe passare al Ministero dell'Economia, cosa che sarebbe un grosso sbaglio. Il disegno di legge in questione ora è al Senato, e ha cominciato l'iter dalla Commissione Affari costituzionali. E' ovvio, comunque, che ci preoccupa molto».

Al proposito cosa ci può dire della proposta di Unioncamere di ridurre il numero delle Camere di Commercio piemontesi da 8 a 5?
«Questa proposta va ad anticipare le intenzioni del Governo, in quanto prevede accorpamenti degli Enti camerali di diverse province. Noi, nello specifico, ci uniremmo ad Alessandria e Cuneo».
Vuol dire che ci sarà un'unica sede?
«Non c'è ancora nulla di definito. Posso solo dire che faremo tutto il possibile nell'interesse del territorio e delle imprese».

Tornando alla Douja, quali i punti di forza e quali i punti deboli dell'edizione 2014?
«In un momento di crisi economica e di difficoltà il principale punto di forza è stato quello di dare attenzione al settore "bandiera" del nostro territorio, che sta trainando l'economia grazie anche ai risultati ottenuti a livello di export, ovvero al vino. Infatti grazie al concorso Onav – con cui abbiamo premiato ben 512 vini – abbiamo reso Asti una vetrina nazionale del settore. Al contempo abbiamo acceso i riflettori sulle etichette del territorio (Alta Langa, Barbera, Asti), che avevano appositi stand di degustazione, oltre che ai ristoratori e agli artigiani pasticceri. Quindi la grande novità, ovvero il fatto che abbiamo dato spazio alla formazione dei giovani. Basti pensare che tutti i servizi sono stati curati dalla Scuola alberghiera "Colline astigiane" di Agliano e che il servizio ai tavoli della rassegna "Piatti d'autore" è stato svolto dal centro di formazione Forter di Ascom Confcommercio. Infine, il "matrimonio" tra economia e cultura/spettacoli, grazie alla partnership con Collisioni, che ha fatto arrivare al Salone grandi personaggi, dallo chef Carlo Cracco al celebre cantante Claudio Baglioni».

Chi ha tratto più giovamento da questa collaborazione: la Douja o Collisioni? Alcune sere il terzo turno della rassegna "Piatti d'autore" non ha registrato il tutto esaurito: sarà stato per l'interesse prevalente della gente a seguire il concomitante incontro della rassegna Collisioni?
«Penso che abbiamo tratto giovamento entrambi. Dal nostro punto di vista, nello specifico, è andata molto bene, in quanto la rassegna ha portato migliaia di persone che hanno poi visitato il Salone, visto che i dati del primo fine settimana, ma anche il bilancio definitivo che stiamo elaborando, parlano di un incremento delle degustazioni. E riguardo al piatto d'autore, ricordo che anche gli altri anni non c'era sempre il "tutto esaurito" ogni sera al terzo turno».

Dicevamo i punti deboli…
«In effetti penso che si possa migliorare l'interconnessione tra Collisioni e Douja. Soprattutto in occasione dell'incontro con Claudio Baglioni, per il timore di problemi dovuti al grande afflusso di gente sembrava ci fosse il "coprifuoco", tanto che il passaggio tra area incontri e Salone era decisamente difficoltoso».

Quindi nel 2015 tornerà nuovamente Collisioni?
«E' presto per dirlo. Bisogna infatti ricordare che, pur non ricevendo fondi dallo Stato, la Camera di Commercio è un Ente pubblico. Di conseguenza, come tutti gli anni saremo aperti a tutte le proposte che arriveranno dagli organizzatori di eventi, tra cui sceglieremo l'idea migliore».

Douja e Sagre torneranno nel 2015, nonostante i tagli ai diritti camerali?
«Vista la riduzione prevista delle nostre entrate, stabilita dal disegno di legge prima citato, dovremo tagliare sulla promozione, dato che la nostra priorità sono la tutela dei lavoratori e lo svolgimento dei servizi destinati alle aziende. Quindi sarà necessaria una riflessione molto approfondita con Istituzioni, associazioni di categoria (e con le Pro loco per quanto riguarda le Sagre) per cercare di mantenere le due manifestazioni ad alto livello. Tanto per fare qualche esempio, il Comune potrebbe venirci incontro sul pagamento dei servizi (come i rifiuti), mentre noi chiederemo un maggior impegno dei privati e delle Pro loco a livello di contributo di partecipazione».

Elisa Ferrando

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