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Barbero Massimo
Cultura e Spettacoli
Intervista

Massimo Barbero: «Vi propongo un tuffo nella vita degli anni ‘70 e ‘80»

L’attore lavora al nuovo spettacolo “Notti magiche” – «Con gli Acerbi puntiamo su teatro per il territorio e giovani, con Casa degli alfieri sugli eventi in sede»

«Si fa teatro se si ha qualcosa di importante da raccontare e condividere col pubblico».
Ne è convinto Massimo Barbero, attore delle compagnie Teatro degli Acerbi e Casa degli Alfieri, molto conosciuto nell’Astigiano per la presenza costante sul palcoscenico e i numerosi progetti che lo coinvolgono. Barbero sarà protagonista in estate di un nuovo spettacolo dal titolo “Notti magiche – Quel sogno che comincia da bambino”.
Di cosa si tratta?
E’ un’operazione di teatro memoria che mi vedrà in scena con Tommaso Massimo Rotella, con testo e regia di Patrizia Camatel. Attinge da un’idea che coltivo da alcuni anni, per realizzare la quale mi sono preso il tempo necessario senza farmi condizionare da scadenze o bandi. Sono convinto, infatti, che si debba fare teatro solo se si ha qualcosa che si ritiene importante da raccontare e da condividere con il pubblico. In questo caso coltivo ricordi personali e famigliari, legati per esempio alla vita quotidiana nei cortili, ai giardini pubblici o all’oratorio, che si intrecciano con la storia dell’Italia degli anni Settanta e Ottanta. Si parla poi di sport, di quei personaggi epici che con il loro impegno e la loro dedizione, partendo da umili origini, ci hanno fatto sognare e dimenticare i problemi.
Quando debutterà lo spettacolo?
In estate, ma nei mesi precedenti organizzerò incontri – come prove aperte al pubblico – per condividere con gli spettatori la costruzione del lavoro.

L’impegno sul territorio e a livello nazionale

Su quali altri fronti sarà impegnato quest’anno?
Continuerò su due fronti, ovvero le compagnie Teatro degli Acerbi e Casa degli alfieri.
Due ambiti accomunati in questi giorni dal lavoro preparatorio in vista della scadenza del bando Fus (Fondo unico dello spettacolo), fondamentale sostegno per il nostro settore, così come i bandi regionali e i contributi delle fondazioni bancarie, tra cui la Fondazione CrAsti. In tutti i casi dobbiamo redigere una programmazione non solo dell’anno in corso, ma triennale.
Su quali ambiti lavorerete nei prossimi anni?
In entrambi i casi dobbiamo dividere l’ambito locale e nazionale. Con gli Acerbi, nel primo caso, ci concentreremo soprattutto sul teatro per il territorio e sulle nuove generazioni (pubblico sotto i 35 anni), per esempio incentivando il teatro per le famiglie o le visite teatralizzate al Museo del Risorgimento. Ovviamente seguiremo anche vari cartelloni durante l’anno, dal teatro scuola al Teatro in terre astesane, da Landcsape storymovers alla rassegna “Sfide della fede”, che peraltro quest’anno vedrà un nuovo lavoro di Antonio Catalano su San Francesco. Allargando l’orizzonte all’Italia, invece, proporremo il titolo nuovo che mi vede co-protagonista e poi il nostro repertorio.
E per quanto riguarda Casa degli Alfieri?
A livello nazionale ogni componente, da Antonio Catalano a Lorenza Zambon, porterà i suoi lavori. In ambito astigiano, invece, ci impegneremo soprattutto sulla nostra sede, la casa-teatro di Regione Moriondo a Castagnole Monferrato che sempre più apriremo al pubblico con eventi e residenze artistiche. Sarà la stella polare del nostro lavoro.

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