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Curallo Matteo
Cultura e Spettacoli
Intervista

Matteo Curallo: «La colonna sonora? Crea l’emozione»

Il compositore astigiano ha firmato la musica del film “Me contro Te presenta: Cattivissimi a Natale”, ultimo lavoro che lo ha visto collaborare con Luigi Calagna e Sofia Scalia

E’ stata fissata per giovedì 12 dicembre l’uscita del nuovo film della coppia di successo formata da Luigi Calagna e Sofia Scalia, in arte Luì e Sofì, intitolato “Me contro Te presenta: Cattivissimi a Natale”. Pellicola la cui colonna sonora è stata curata dal musicista e compositore Matteo Curallo, 48 anni, astigiano residente da anni a Milano che sta portando avanti una carriera di successo nell’ambito delle colonne sonore per film, serie televisive e spot.
Matteo, con i “Me contro Te” collabora da tempo…
Sì. La collaborazione è cominciata con il loro quarto film, “Missione giungla”, uscito nel gennaio 2023. E’ poi continuata con “Vacanza in Transilviana”, al cinema lo scorso Halloween, “Operazione spie”, nelle sale a giugno, e la serie televisiva “La famiglia reale”, la cui seconda stagione è uscita nel dicembre 2023 su Amazon Prime Video.
Come è nata la collaborazione?
Avevo già lavorato per Colorado film, tra i produttori dei film dei “Me contro Te”, grazie a “I baby sitter”, commedia molto divertente del 2016 con Diego Abatantuono. Avevo mantenuto buoni rapporti per cui mi hanno chiamato.
Devo dire che mi sono divertito molto a svolgere questo lavoro. Ogni film dei “Me contro Te” presenta una tematica molto precisa, per cui è interessante raccontarne i mondi di riferimento: dalla giungla all’atmosfera anni Novanta di “Operazione spie”. Mi ha consentito di “giocare con i generi”, come peraltro spesso accade nel mio lavoro.
Spazia in ambiti molto differenti?
Sì, da festival e film impegnati a pellicole leggere per bambini. Il linguaggio filmico cambia, per cui cambia il modo in cui il linguaggio musicale si adatta alle immagini.

La colonna sonora

A questo proposito, secondo lei qual è il valore della colonna sonora in un film?
Il discorso è complesso, ma per me l’aspetto fondamentale da sottolineare è quello emotivo. Ovvero, la capacità della colonna sonora di costruire una drammaturgia musicale che racconta e alimenta un’emozione lungo la narrazione di un film.
Un risultato che si può ottenere in mille modi diversi, legati al titolo del film e al gusto del regista, ma in cui poi il compositore inserisce la propria personalità.
Oltre alla funzione emotiva, comunque, va ricordato che la colonna sonora è legata al ritmo e consente di raccontare ciò che non si vede nelle immagini. Conduce lo spettatore su un altro piano della narrazione, più profondo.
Lei lavora sia per i film destinati al cinema sia per le serie televisive. Il metodo di lavoro cambia?
La serie televisiva ha uno sviluppo narrativo più lungo, per cui bisogna stare attenti a non perdere il filo conduttore tra gli episodi, magari girati a mesi di distanza.

Progetti e riconoscimenti

Qual è stato il suo ultimo progetto per la televisione?
La serie televisiva per ragazzi “Mermaid Magic” – ideata da Iginio Straffi, il creatore delle Winx – uscita su Netflix lo scorso agosto, dove è risultata prima per numero di spettatori negli Stati Uniti e in Italia.
Cosa ci può dire dei suoi prossimi lavori?
Per scaramanzia preferisco non anticipare nulla, anche se diversi progetti “bollono in pentola”. Posso solo ricordare che tra poco inizierà il semestre all’Accademia di Brera, dove da oltre dieci anni insegno “Sound design”.
Gli ultimi due anni sono stati molto intensi..
Decisamente. Oltre ai progetti con i “Me contro Te” e la serie per Netflix, ho curato la colonna sonora dei documentari “Gianni Agnelli, in arte l’Avvocato”, trasmesso dalla Rai; “Kobe – Una storia italiana”, sul giocatore di pallacanestro Kobe Bryant, andata in onda su Prime Video. Infine sono stato impegnato con un film d’autore, ultimato ma non ancora uscito al cinema, diretto dal regista israeliano Nir Bergman. Regista con cui avevo vissuto l’emozione del festival di Cannes nel 2021: avevo infatti firmato la colonna sonora del suo film “Here we are”, entrato nella selezione ufficiale 2020, non competitiva.
Nella sua carriera ha ricevuto diversi riconoscimenti. Ce n’è uno cui è maggiormente legato?
Il Premio Carlo Savina per l’eccellenza alla musica è stato importante perché mi è stato consegnato da Federico Savina, fratello del compositore Carlo cui è intitolato. Scomparso l’anno scorso, Federico era un fonico che aveva fatto la storia del suono del cinema italiano. Con lui si era creata un’amicizia che si basava su un’affinità elettiva e artistica. Quindi il legame con il premio deriva dall’affetto che nutrivo per lui.
Altro momento forte, poi, nel 2018 l’incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la candidatura del mio brano “The Plays” come miglior canzone originale ai David di Donatello.

Il futuro del cinema

Abbiamo parlato di cinema, sopravvissuto alla pandemia ma caratterizzato attualmente da diverse sfide, tra cui l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Come vede il futuro del settore?
Senz’altro il cinema è investito da sfide importanti, per cui andrebbe sostenuto come ambito culturale, aiutando anche le case di produzioni indipendenti che sono fucina di nuovi talenti e outsider come posso essere stato io all’inizio della carriera.
Per quanto riguarda, nello specifico, l’impiego dell’intelligenza artificiale, spero che verrà considerato uno strumento da guidare e non da cui farsi guidare, per evitare l’appiattimento dei contenuti e l’abbassamento della soglia delle bellezza.

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