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Cultura e Spettacoli

Sulle tracce di Bergoglio
e degli altri emigrati astigiani

Un piccolissimo museo che racconta le radici piemontesi nel mondo. Un luogo di memoria del passato contenente storie di emigrazione dall'Astigiano verso altri Paesi partendo dal caso più noto,

Un piccolissimo museo che racconta le radici piemontesi nel mondo. Un luogo di memoria del passato contenente storie di emigrazione dall'Astigiano verso altri Paesi partendo dal caso più noto, quello dei nonni di Papa Francesco. Così si presenta il Centro studi e ricerche Bergoglio sull'emigrazione astigiana, inaugurato sabato nei locali attigui alla chiesa parrocchiale di Portacomaro Stazione. A presentare il progetto, alla presenza di numerose autorità civili, militari e religiose, i presidenti delle due associazioni che, insieme ad alcuni esperti e a venti volontari di Portacomaro Stazione e Caniglie, hanno reso possibile la concretizzazione di un progetto ideato un anno e mezzo fa.

Gli obiettivi
Come ha spiegato Manuela Bocco Ghibaudo, a capo di "Asti ali e Radici ? Astigiani nel mondo": «Alla base del progetto vi è la volontà di valorizzare la ricchezza delle radici astigiane della Famiglia Bergoglio, ovvero della famiglia del Santo Padre, che ha vissuto nella cascina di Bricco Marmorito prima di partire alla volta dell'Argentina per migliorare le proprie condizioni di vita. Abbiamo quindi pensato di concentrare l'attenzione sul tema dell'emigrazione, raccontando, oltre a quella della famiglia del Pontefice, cinque storie di astigiani che hanno lasciato la loro terra per andare lontano. Il centro è quindi un luogo di memoria del passato, delle nostre radici, con l'obiettivo di smuovere le coscienze su questo tema ? e su quello dell'immigrazione, su cui ci concentreremo prossimamente ? creando un senso di accoglienza e condivisione. Insomma, quello che inauguriamo oggi è un museo piccolo, ma grande nei suoi obiettivi».

L'attività svolta
A Guido Sodano, presidente del Comitato Papa Francesco Asti (di cui presidente onorario è il vescovo Francesco Ravinale e vice la consigliera comunale Mariangela Cotto, impegnata nel progetto), il compito di ricordare le varie tappe dell'attività portata avanti da questo gruppo di volontari uniti nell'intento di rafforzare i legami tra il Pontefice e la sua terra d'origine. «Da quando il Santo Padre è stato eletto – ha ricordato ? ci siamo impegnati per invitarlo a fare visita nell'Astigiano, andando di persona ad incontrarlo in Vaticano. Purtroppo ciò non è ancora avvenuto, ma speriamo che possa accadere in futuro, e nel frattempo abbiamo portato avanti varie raccolte fondi e realizzato questo museo, che arricchiremo prossimamente di una sezione sull'immigrazione».

L'allestimento
A collaborare fattivamente nell'allestimento Renato Grimaldi, docente dell'Università di Torino, e Cristina Ferro, autrice di una tesi sul tema. "Abbiamo individuato cinque storie di astigiani emigrati in Argentina (tre casi) e negli Stati Uniti (due casi) nella prima parte del Novecento. Ad ognuna sono dedicati vari pannelli, contenenti la storia, le foto, le cartoline, affiancati da alcuni oggetti, come valigie e bauli dell'epoca, e da altri pannelli che raccontano la storia generale dell'emigrazione piemontese in Argentina, viste le dimensioni vaste del fenomeno. In tale contesto, come accennato, non poteva mancare una sezione dedicata alla famiglia del Papa, che propone l'albero genealogico e individua tutti i luoghi di residenza dei componenti della famiglia in Piemonte, a partire dal 1750. Poi abbiamo allargato il discorso parlando di emigrazione di astigiani anche in Francia, Africa e Stati Uniti, citando alcuni casi di persone che hanno fatto fortuna, come ad esempio Alan Silvestri, la cui famiglia è originaria di Castell'Alfero, compositore di colonne sonore per film di successo come la trilogia di "Ritorno al futuro". Tra le curiosità, anche un pannello dedicato alla poco nota tragedia del piroscafo Sirio, che trasportava emigrati piemontesi negli Stati Uniti, affondato nel 1906 trascinando negli abissi la maggior parte dei passeggeri. Infine, un video che racconta una pagina di diario scritta da Silvana Repayre, attualmente residente nell'Astigiano, quando era emigrata con la famiglia in Argentina".

Le parole del vescovo
A complimentarsi con l'iniziativa il vescovo Francesco Ravinale e il sindaco Fabrizio Brignolo, che hanno entrambi sottolineato l'importanza di progetti come questo alla luce dei recenti fatti di attualità che vedono migliaia di profughi scappare dalla Siria verso l'Europa. «Questo centro ? ha affermato monsignor Ravinale ? rappresenta un'occasione per riflettere a quella che è sempre stata una realtà del mondo, visto che la gente si è sempre spostata nei secoli, ma che ora sta assumendo toni drammatici».

Il commento di Sodano
E' toccato poi al cardinale Angelo Sodano, intervenuto alla cerimonia di inaugurazione, tagliare il nastro del museo, affiancato da alcuni alunni della scuola dell'infanzia di Portacomaro stazione. «Ricordare la storia di un popolo ? ha commentato il cardinale dopo la visita – è sempre un servizio alla gioventù di oggi. I Romani dicevano che la Storia è maestra di vita, e anche la storia dell'emigrazione lo è. Ci fa comprendere la situazione di tanta gente che ha affrontato la vita con sacrifici immensi. Ci fa vedere che, con la buona volontà, i popoli possono sempre progredire. Nel caso nostro concreto, poi, ci fa vedere come la Provvidenza Divina abbia scelto un figlio della nostra terra piemontese per guidare la Chiesa all'inizio di questo terzo millennio cristiano. Per me -? ha concluso -? è un momento di grande soddisfazione vedere lo spirito di iniziativa di questo paese del Monferrato che sa ricordare la propria gloria e sa dare alla gioventù di oggi un messaggio di speranza. Volentieri porterò al Papa un ricordo di questa bella giornata nella speranza che un giorno possa tornare a vedere la bella collina di Marmorito».

Elisa Ferrando

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