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Cultura e Spettacoli

Museo paleontologico, inaugurata la mostra sui fossili viventi

E’ un piccolo spaccato della storia della vita sulla Terra attraverso alcune specie animali e vegetali comparse molto prima dell’uomo

Inaugurata la mostra “Fossili viventi”

E’ stata inaugurata venerdì scorso, al Museo paleontologico di corso Alfieri 381, la mostra “Fossili viventi: le creature che il tempo ha dimenticato”.
Poco prima del taglio del nastro inaugurale, il presidente del Parco Paleontologico Astigiano, Gianfranco Miroglio, ha evidenziato che «i dati degli ultimi anni mostrano una crescita costante di visitatori, che quest’anno sono stati più di 15mila, confermando che il Museo è un luogo frequentato dalla città ed una realtà destinata ad importanti sviluppi. Grazie alla collaborazione con il Museo di Torino, nell’ultimo anno sono rientrati ad Asti oltre 150 reperti, che saranno la base di future iniziative. Al di là della continua emozione di poter tornare indietro nel tempo, ammirando i resti di creature viventi milioni di anni fa, il primo stimolo per questa mostra è legato alla battaglia che si sta conducendo perché venga restituito ad Asti lo scheletro del Celacanto, un pesce che si credeva estinto e che invece negli Anni Trenta si è scoperto essere ancora vivo. Negli Anni Settanta furono portati in Italia dal dott. Erik Domini ben quattro scheletri di Celacanto: uno di questi si trova a Trieste, gli altri tre al Museo di Torino, ma per infinite pastoie burocratiche non si riesce a farli arrivare al nostro Museo paleontologico».
Fra le creature dimenticate dal tempo, il Celacanto è senza dubbio la più significativa e per gli studiosi di paleontologia è un punto di riferimento assoluto, in quanto si tratta di un animale che costituisce il passaggio dal mondo delle acque a quello delle terre emerse: il Celacanto è infatti un pesce dotato di polmoni, organi che consentirono ad altri essere acquatici di trasformarsi in anfibi, in grado di muoversi sia nell’acqua che sulla terra.
A nome dell’Amministrazione comunale è poi intervenuto l’assessore alla Cultura, Gianfranco Imerito, che ha ricordato la recente acquisizione da parte del Comune di Asti della chiesa del Gesù, parte del palazzo del Michelerio in cui ha sede il Museo Paleontologico.
«La chiesa è stata inserita nel circuito culturale in cui è compreso il Museo – ha detto Imerito – una realtà unica in Europa, con tutti i presupposti perché possa diventare una meta internazionale».
Negli interventi successivi è stato evidenziato come le numerose attività del Parco Paleontologico Astigiano siano condizionate dalla riduzione dei finanziamenti, che nell’ultimo anno sono scesi di ben 50mila euro e non consentono pertanto di prevedere grossi progetti.

I fossili viventi

La mostra è un piccolo spaccato della storia della vita sulla Terra attraverso alcune specie animali e vegetali comparse molto prima dell’uomo. Si possono quindi ammirare organismi viventi o riprodotti di cui si tracciano descrizione, evoluzione, distribuzione e anche numerose curiosità.
Ma cosa sono i fossili viventi? Il primo a definirli così fu Charles Darwin per indicare specie, animali e vegetali, che presentano caratteri morfologici primitivi e soggette probabilmente a un processo evolutivo molto lento relativamente a condizioni ambientali stabili e poco predisposte a cambiamenti. «Alcune di queste specie – spiegano dal Parco Paleontologico – si pensavano addirittura estinte: il paradosso è stato trovare prima i fossili che l’organismo in vita. Tali forme presentano caratteri “primitivi” ma sono riuscite a resistere, quasi immutate per milioni di anni fino ai giorni nostri, a differenza di molti altri organismi che invece sono cambiati nell’aspetto, in modo sostanziale, oppure si sono estinti del tutto».
Si potranno ammirare, ad esempio, le specie più antiche dei Limuli, i cosiddetti “granchi a ferro di cavallo”, comparse 400 milioni di anni fa, mentre quelle attuali derivano, quasi immutate, da forme del Miocene (20 milioni di anni fa). Oggi i Limuli sono diffusi principalmente nei fondali marini tropicali del Nord e Centro America e dell’Indonesia.
Ma l’anagrafe dei fossili viventi registra organismi con età ancora precedenti. Tra questi i Brachiopodi (apparsi 540 milioni di anni fa), presenza ricorrente nelle sabbie astiane che raccontano l’antico Mare Padano.

I promotori dell’esposizione

La mostra è proposta dal Parco Paleontologico Astigiano e dal Distretto Paleontologico dell’Astigiano e del Monferrato con Museo dei fossili, Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino, Comune di Asti, Fondazione CRT, Centro di educazione ambientale WWF – Villa Paolina. Coordinamento scientifico di Graziano Delmastro e Piero Damarco.
L’esposizione sarà aperta fino alla fine dell’anno scolastico 2019/2020. Il biglietto (5 euro) comprende la visita al Museo dei fossili e all’acquario preistorico. Ingressi da lunedì a venerdì ore 11 -17 (chiuso il martedì); sabato, domenica e festivi: 11-18.

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