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bricco lù costigliole d'asti foto franco bello
Cultura e Spettacoli
Memoria e poesia

Nel giorno di San Valentino la leggenda di Cocco e Gentucca sul Bricco Lù di Costigliole

Anche nell’Astigiano c’è una leggenda che riguarda due innamorati ed è legata ad un luogo reale, il Bricco Lù di Costigliole, eccezionale punto panoramico recentemente riqualificato dal Comune

“Chi è pratico di Costigliole d’Asti e ne conosce la storia, le leggende ed anche un pochino… le strade, può saltare di pie’ pari queste poche pagine, ma a chi è digiuno di tutto questo dirò anzitutto che Costigliole è il più bel paese del mondo, che le sue case sono tutte linde e pulite, bellissime le sue chiese, spaziose le sue piazze, comode le sue vie, e ciò che più ne accresce la leggiadria è il magnifico castello, il quale come signore tra i suoi vassalli s’erge in capo al paese maestoso e superbo quasi speri nel ritorno dell’antica età feudale. Il pittoresco colle di Lu è poi una delle cento colline che circondano questo invidiabile paese e spicca fra le altre pei quindici cipressi che a guisa di corona ne adornano la vetta ridotta a spianata”. Così nel 1892, con un’entusiastica descrizione di Costigliole, Teresa Mastallone, maestra e poetessa, introduceva il racconto de “La leggenda del colle di Lu” nella sua raccolta “Scintille”.

La leggenda

Narra dunque la leggenda che ai piedi del Bricco Lù, come oggi viene chiamata l’altura che rappresenta uno straordinario punto panoramico, viveva una giovane di nome Gentucca, tanto bella che già oltre cento pretendenti l’avevano chiesta in sposa. Il padre, non fidandosi delle informazioni altrui per arrivare a una scelta, chiamò a sé tutti quei giovani e li invitò a recarsi alla fiera di San Lorenzo: a chi si fosse presentato con il più bel carro e la migliore coppia di buoi avrebbe concesso in sposa Gentucca. Il giovane Cocco (o Poldo), innamoratissimo di Gentucca, ma povero, era disperato. Salì in cima al colle di Lù per scrutare l’orizzonte e scorgere qualche avvisaglia di maltempo che avrebbe annullato la fiera, ma il cielo era limpidissimo. Chiese aiuto a Dio per non perdere la creatura che più adorava, ma una voce gli rispose sdegnata. Furente, invocò allora i demoni. Una nube nera lo avvolse e scosse la collina. Quando Cocco, terrorizzato, riaprì gli occhi, si trovò su un carro dorato, tirato da due buoi bardati d’oro. Di fronte a sé il diavolo in persona. La sua richiesta: dopo la morte, Cocco avrebbe dovuto abitare in fondo al pozzo spalancato ai piedi del demonio e ogni notte per mille anni fare cento giri intorno alla spianata di Lù; gli consegnò un pungolo d’oro che avrebbe dovuto, trascorsi i mille anni, restituire insieme al resto, tutto in perfetto ordine. “Mentre Gentucca, sotto l’ombra della quercia, mollemente adagiata sopra un enorme mucchio di fiori, torturava coi suoi dentini d’avorio una fragrante fetta di melone”, arrivò alla fiera “il carro fiammante di Cocco”. La vittoria nel concorso fu palese, ma la felicità di Cocco durò un nulla. “Appena rincasato s’accorse che gli mancava il pungolo d’oro poco prima consegnato e tanto raccomandato dal diavolo. L’aveva smarrito nella corsa sferenata dal colle di Lu alla valle di S. Lorenzo oppure gliel’avevano rapito sul luogo stesso della gara?”. Il pungolo non si trovò e Cocco fu ancor più atterrito dalla pena che lo attendeva: “fu invaso da tale spavento che dopo tre giorni morì”. La sua anima comparve sulla spianata di Lù e dopo che ebbe compiuto i cento giri e il carro e buoi sprofondarono “con orribile fracasso” in fondo al pozzo, “l’anima di Cocco, presa forma di azzurra fiammella, discese lentamente nella sottostante pianura, quindi si ridusse nella valle di S. Lorenzo e qui vagò tutto il resto della notte, gironzando or fra i salici, or fra i rovi dei cespugli e l’erbe dei prati stancandosi in una lunga e purtroppo vana ricerca del pungolo smarrito. E come in quella notte, così fece e farà per altri mille anni…”.

Memoria e poesia

In memoria di Teresa Mastallone al Bricco Lù l’azienda costigliolese Cascina Castlèt ha apposto una targa che accompagna la Big bench donata al Comune per celebrare i 40 anni del suo “Passum”: “Maestra e poetessa che qui a Costigliole d’Asti, nella sua casa tra le vigne, scrisse La leggenda del colle di Lu e dell’amore di Cocco e Gentucca”. E c’è un altro poeta costigliolese che, negli anni ‘50, ha dedicato i suoi versi al Bricco Lù e in particolare ai cipressi, ridotti ormai nel numero, che sovrastano la sommità del colle. Nel suo sonetto, Secondo Pettiti rende omaggio al territorio e alla comunità costigliolese attraverso i 13 cipressi del Bricco, che starebbero a simboleggiare le borgate di Costigliole (12) insieme al capoluogo. Ne sono ora rimasti 9. L’area del Bricco Lù, riqualificata dal Comune e inaugurata nell’ottobre 2022, ospita oltre alla panchina gigante anche il monumento alla donna contadina ed è attrezzata con cartellonistica, fontana, punto di ricarica per le biciclette elettriche, cannocchiale e pannello per individuare borghi e montagne all’orizzonte, fino al Monviso.

(Nella foto una vista del Bricco Lù nell’immagine del fotografo costigliolese Franco Bello)

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