Martini & Rossi, Fontanafredda, Toso e, annunciata a sorpresa durante la conferenza stampa, anche Gancia: quattro firme di primaria grandezza nel settore delle bollicine con marchi noti in tutto
Martini & Rossi, Fontanafredda, Toso e, annunciata a sorpresa durante la conferenza stampa, anche Gancia: quattro firme di primaria grandezza nel settore delle bollicine con marchi noti in tutto il mondo che hanno deciso di rientrare nel Consorzio dell'Asti fidandosi del suo nuovo corso e della sua nuova leadership. Qualcuno, tipo Fontanafredda, mancava da 7 anni, la Martini & Rossi da 5 anni, Toso da 2 anni: un obiettivo raggiunto per il presidente Marzagalli che al suo insediamento aveva posto in cima alla lista delle priorità il ritorno delle maggiori aziende spumantiere in seno al Consorzio. «Ora bisogna fare la stessa cosa sul fronte dei produttori -ha detto il presidente- per rafforzare la componente agricola».
Giorgio Molinari, a nome del Gruppo Bacardi che possiede la Martini & Rossi, ha sottolineato come il rientro in Consorzio punti anche a far riconoscere il valore di una bottiglia di Asti sia sotto il profilo del prezzo che del gusto, così diverso dal resto degli spumanti sul mercato. Roberto Bruno, per conto di Fontanafredda, dopo aver ricordato l'uscita di sette anni fa come gesto estremo nei confronti dell'allora vertice del Consorzio, ha ribadito che il rientro è spinto dall'intenzione di dare un forte contributo alla promozione dell'Asti con alcuni obiettivi principali: innalzamento della qualità del prodotto, riposizionamento verso l'alto del prezzo in rapporto alla qualità e all'originalità del vino, la creazione di prodotti per una fascia più alta del mercato, ad esempio con Riserva di Asti o Asti Superiore, aumento dell'export e una strategia di marketing che punti a ringiovanire il target del mercato prossimo futuro.
Con il rientro di queste quattro aziende, il Consorzio può contare su una rappresentatività dell'intera produzione imbottigliata di Asti e Moscato d'Asti docg che si avvicina di molto al 100%.
Fra le iniziative di promozione d'immagine dell'anno che sta per concludersi, è stata ricordata la nascita dell'Astihour, ovvero cocktail da consumarsi in qualunque momento della giornata a base di Asti e frutta, oppure Lady Asti in Cina, il concorso canoro che ha coinvolto oltre 24 mila concorrenti delle quali 5 mila sono state selezionate e 600 si sono esibite davanti ad un pubblico di oltre 2 milioni di visitatori virtuali. Più recente la campagna che ha visto il coinvolgimento dei maggiori chef dei territori dell'Asti che invitano i loro clienti a brindare con l'Asti.
Sulla questione tutta aperta dell'inclusione del Comune di Asti nel disciplinare dell'omonima docg Marzagalli ripete la stessa risposta già data al nostro giornale qualche settimana fa prendendo le distanze: «Ciò che il consorzio doveva fare lo ha già fatto nei tempi e nei modi dovuti. Lasciamo che ora se ne occupino organi superiori. Non è un problema che ci tocchi».
Si profila un no anche alla richiesta avanza dal CTM (Coordinamento Terre del Moscato) sul ripristino della docg Moscato d'Asti Spumante. «Abbiamo fatto un sondaggio tra le 45 principali aziende imbottigliatrici di Moscato a tappo raso -ha risposto il presidente- e risulta che il 78% sia contrario, il 6% favorevole, il 16% indeciso».
Daniela Peira