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Cultura e Spettacoli

Nizza, la vendemmia 2014
potrebbe essere "Docg"

La Barbera della vendemmia 2014 che rispetta il disciplinare di produzione potrebbe già essere ufficialmente "Nizza docg". Lo conferma il Consorzio per la tutela dei vini d'Asti e del

La Barbera della vendemmia 2014 che rispetta il disciplinare di produzione potrebbe già essere ufficialmente "Nizza docg". Lo conferma il Consorzio per la tutela dei vini d'Asti e del Monferrato, che attende a giorni di ricevere dal Ministero dell'Agricoltura il decreto apposito ? in gergo tecnico definito "di etichettatura provvisoria" ? che permetterà l'utilizzo della denominazione d'origine controllata e garantita.

L'approvazione da Roma è giunta poche settimane fa, con successiva trasmissione della documentazione a Bruxelles, il cui verdetto dovrebbe giungere tra alcuni mesi; la legge consente però, nell'interregno burocratico in attesa di quest'ultimo passaggio, di adottare la docg. Abbiamo interpellato a riguardo l'enologo Giuliano Noè, tra i padri del progetto del "Nizza" insieme al produttore Michele Chiarlo: «Iniziammo a riunirci per parlarne negli anni ?90. L'idea era di trovare il modo di distinguere la Barbera di Nizza e dintorni dalle altre barbere d'Asti. Vengono prodotte in oltre 150 comuni, per un territorio esteso tra le province di Asti e di Alessandria, ma già all'epoca acquirenti ed esperti riconoscevano la qualità superiore della Barbera di queste parti».

Il percorso che si apre ora davanti al Nizza docg non è esente da difficoltà; in primis, quella di credere che un vino dal nome nuovo e ancora poco conosciuto sul mercato internazionale possa farsi strada da solo: «Gli esempi eccellenti ci raccontano di un lungo lavoro di promozione. Ci sono vini che hanno impiegato secoli a diventare noti. Altri, come il Barolo, hanno beneficiato dell'impegno costante da parte dei produttori nel farlo conoscere nel mondo; così oggi chi parla di vino italiano parla anche di Barolo».

Tra gli altri casi di successo il Prosecco, diventato quasi un sinonimo dell'aperitivo, e il Gavi, decollato dopo il passaggio dal Cortese di Gavi alla denominazione, e oggi dotato di estimatori persino in Cina. Conclude Noè: «L'obiettivo dei produttori secondo me deve essere quello di fare un vino di qualità altissima: un vino diventa famoso quando è buono. Il resto del lavoro, che comincia con il trovare la maniera giusta per proporre il Nizza nel mondo, potrà contribuire al successo. Il Nizza si dovrà affermare per la sua qualità indiscutibile e per l'impegno dei produttori nel farlo conoscere al mondo».
Alcuni dati ufficiali: il territorio di produzione si estende su 160 ettari e 18 comuni. 44 le aziende vinicole coinvolte per 250 mila bottiglie. L'export si attesta al momento sul 46%.

Fulvio Gatti

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