Trent’anni di attività per l’artista astigiano Mac.
Una carriera iniziata nel 1992 che ha portato alla prima mostra nel 1995, presso la galleria “Il Platano” di Emiliano Serra. L’ultima, lo scorso luglio, nella cantina di Palazzo Ramelli, «dove è passata anche una nota gallerista di Los Angeles – racconta – da cui ho ricevuto molti complimenti».
All’anagrafe Gian Luigi Delpin, è conosciuto come Mac, un soprannome a cui nemmeno lui sa dare una spiegazione. «E’ un nomignolo che qualche compagno mi affibbiò ai tempi delle scuole medie – dice – e che è rimasto». «Oppure – scherza – potrebbe essere un acronimo: Mediocre artista contemporaneo».
Il suo “laboratorio-magazzino” è caratterizzato da un’atmosfera carica di creatività, fantasia e disordine organizzato. Da una parte le tele finite o imballate, dall’altra quelle iniziate, interrotte, quasi terminate. Sì, perché Mac lavora a più tele contemporaneamente, a temi differenti, secondo umori che cambiano, dipinge con il cuore e con le emozioni. Lavora con strumenti diversi, scalfisce, usa “sac à poche” e pennelli, matite e spatole, improvvisa, inventa.
Le opere
Le sue opere sono una miscellanea di astrazione e campionamento di immagine, sono colori e tratti cui, in seguito, l’artista ha aggiunto materiali. «Essendo stato per anni consulente della Ucic – racconta – ho scoperto composti diversi, ho imparato un po’ il lavoro dei chimici, tanto che adesso fabbrico ed elaboro da solo i colori».
Mac lavora anche per scenografie teatrali, realizza cornici con scarti di cornici e collage con pagine scompagnate di vecchi registri parrocchiali acquistati da un “arpatè”.
Appassionato di pittura fin da giovane, dopo il liceo scientifico ha frequentato l’Istituto superiore per le industrie artistiche di Urbino e ha iniziato a lavorare come grafico. «Intanto era partita la digitalizzazione – ricorda – e tutto quello che avevo imparato era ormai parzialmente obsoleto».
Successivamente, per circa un anno, si è trovato ad aiutare un amico in un’attività totalmente estranea alla sua formazione professionale. «Aveva un bello spazio per lavorare – sottolinea – dove ho ricominciato a dipingere, ad accumulare quadri e a scoprire che qualcuno era anche disposto ad acquistarli».
All’estero
Ora i suoi dipinti sono presenti nelle case di molti astigiani e anche all’estero. Ad esempio, il suo “Godzilla” da 3 metri x 2, esposto per mesi al Diavolo Rosso, è appeso nell’ufficio di New York dell’amministratore delegato dell’importante etichetta discografica Roc Nation, fondata da Jay-Z.
Per i suoi lavori, però,non vuole sentire parlare di ispirazione. «E’ solo interesse per la comunicazione visiva – afferma – un modo di esprimere ciò che sento in diversi momenti della vita».
Un’ampia selezione delle opere di Gian Luigi Delpin, sono esposte in due gallerie online: www.saatchiart.com e www.singulart.com. Per appuntamenti con l’artista scrivere a info@macnbd.com.