Mario Sacco lha buttata lì quando ha fatto i conti della Douja. Ha chiesto un maggior coinvolgimento della città e soprattutto dei commercianti. Chiederà che il sabato in cui il Festival delle
Mario Sacco lha buttata lì quando ha fatto i conti della Douja. Ha chiesto un maggior coinvolgimento della città e soprattutto dei commercianti. Chiederà che il sabato in cui il Festival delle Sagre si incrocia con il secondo giorno della Douja, tengano aperti i negozi e le vetrine illuminate. Lui ne ha fatto una questione di sicurezza della città, noi la vediamo come una bella opportunità per una Notte Bianca della Douja.
Mentre chiunque viva in una città diversa da Asti, si stupisce che già non sia così, visto che in centri minori e con occasioni molto meno attraenti di Douja e Sagre si inventino notti bianche di ogni colore (notte rosa, gialla, rossa e via discorrendo) pur di tenere aperti i negozi nelle ore in cui la gente passeggia serena con una tendenza più spinta a mettere le mani nel portafoglio (non fosse altro perchè le famiglie si muovono insieme e chiunque ha figli piccoli sa che non si riesce a tornare a casa a mani vuote). Una cosa ovvia ovunque, ma non ad Asti.
La nostra curiosità più grande rimane quella di vedere se Sacco, che ha dimostrato di saper mobilitare ingenti truppe golose più dei migliori generali veri, riuscirà a convincere quei commercianti astigiani (e sono tanti e di ogni tipo) che non fanno le ferie ad agosto per prenderle proprio nei primi quindici giorni di settembre, dove si concentrano Douja, Sagre e Palio. Orgogliosi di non esserci, orgogliosi di non aprire i negozi, orgogliosi di non mettere su i banchi, orgogliosi di essere a migliaia di chilometri di distanza mentre la città di cui sono parte integrante e importante vive le sue feste più belle e affollate. Riuscirà a spuntarla sulla Notte Bianca della Douja? Ci risentiamo fra un anno esatto.
Daniela Peira