Cerca
Close this search box.
Pastrone documentario
Cultura e Spettacoli
Cinema

Oggi la proiezione di “Pastrone!”, biografia del regista del cinema muto

Il film, diretto da Lorenzo De Nicola e con la voce di Fabrizio Bentivoglio, torna nelle sale cinematografiche in occasione dell’uscita del libro

“La nostra anima è un caleidoscopio idraulico. Ve lo provo con un esperimento”.
Con queste parole, scandite dalla voce dell’attore Fabrizio Bentivoglio, si apre “Pastrone!”, il film scritto e diretto da Lorenzo De Nicola, in programma oggi (sabato) alle 18 nella Sala Pastrone del Teatro Alfieri di Asti.
Una frase misteriosa ed enigmatica, manifesto del documentario sulla vita di Giovanni Pastrone, regista del cinema muto (Asti, 1882 – Torino, 1959), famoso per il colossal “Cabiria”.

La storia

Il ritrovamento e la trascrizione di un manoscritto autobiografico spingono un ricercatore a mettersi di nuovo sulle tracce del regista e, in seguito ad un rocambolesco susseguirsi di scoperte, viene a galla un’inedita versione dei fatti. Dopo aver dominato per poco più di un decennio il cinema delle origini, Pastrone abbandona la sua creatura e si trasforma in un medico autodidatta, dedicando il resto della vita all’ancestrale lotta dell’uomo contro la morte e ottenendo risultati sorprendenti. Il documentario è la riscoperta di un emblematico esponente del ‘900, all’inseguimento di un sogno che si è trasformato in una vera e propria ossessione e la sbalorditiva storia del suo unico e più grande insuccesso.
Il film, prodotto da Clean Films e Lab80, torna ora nelle sale cinematografiche in occasione dell’uscita del libro “Giovanni Pastrone. Scrutando nel Fosco”, a cura di Silvio Alovisio e di Lorenzo De Nicola (disponibile, da giugno, per Edizioni Kaplan). Il tour, partito da Milano, approda oggi ad Asti (appunto la città natale di Pastrone), per poi terminare a Torino. Saranno presenti gli autori in sala.

Il regista

«Dopo anni di studi ero alla ricerca di un elemento chiave che unisse le fasi della vita di Giovanni Pastrone: infanzia/adolescenza, cinema e medicina», afferma il regista Lorenzo De Nicola che ha iniziato la sua ricerca su Pastrone con una tesi universitaria nel 2001. «Tre elementi monolitici che non trovavano un punto di contatto. Come in un’appassionante investigazione avevo le prove, ma non riuscivo a scovare il movente. Tassello fondamentale è stato il ritrovamento del manoscritto “Virus et homo” che forniva tutta una serie di indizi finora sconosciuti. Attraverso queste informazioni si sono aperte nuove strade da percorrere e – soprattutto – si è presentata un’inedita chiave di lettura su uno dei registi più misteriosi del cinema muto italiano. Giovanni Pastrone non è più solamente il “regista di Cabiria” o il “geniale ragioniere venuto da Asti”. Giovanni Pastrone è un vero e proprio pensatore, inventore e sperimentatore che si forma percorrendo un ascetico cammino, in cui il suo orizzonte culturale si espande grazie ad un eclettismo che lo porta ad abbracciare le dottrine più remote e l’empirismo più radicale».

Giovanni Pastrone

Nato ad Asti nel 1882, Pastrone si trasferisce a Torino non appena terminati gli studi. Il padre l’avrebbe voluto come contabile nella sua ditta, ma da subito in famiglia si intuisce che quella realtà gli va stretta. Nel capoluogo piemontese il giovane Pastrone dà sfogo alla sua prima passione, il violino, e fa carriera nelle file orchestrali dei maggiori teatri della città. Poi incontra il cinema, quasi per caso. Viene assunto come contabile all’Itala Film, neonata casa di produzione cinematografica, e pochi mesi dopo ne diventa direttore generale.
Da sempre appassionato di elettromeccanica (con una sorprendente storia di brevetti alle spalle), Pastrone trova nella settima arte terreno fertile di sperimentazione. Nelle sue mani il cinema diventa un “giocattolo scientifico”, mescolando l’intrattenimento con le scienze applicate. Da subito inanella una serie di grandi successi fino al trionfo di “Cabiria” (1914), film per cui si avvale della collaborazione di D’Annunzio e attraverso il quale piega anche la critica più reticente a considerare i film come prodotto artistico.
Poco dopo scoppia la Prima guerra mondiale e il cinema italiano tracolla. L’industria cinematografica si riorganizza e sposta il suo epicentro a Roma. Pastrone decide pertanto di abbandonare. La sua nuova avventura è quella medica, che Lorenzo De Nicola ricostruisce riordinando l’archivio personale del nipote del regista alla scoperta di incredibili materiali inediti. Da scatole e valigie polverose spuntano carteggi preziosi, brevetti di un’esistenza dedicata ai flussi elettrici, decine di soggetti inediti di film realizzati o mai realizzati e altri indizi che portano al ritrovamento – in una cascina di campagna – del pezzo più emozionante di tutta questa ricerca: la macchina guaritrice. Oggetto mitico distrutto dal regista stesso poco prima della sua morte.

Il documentario

Il documentario è la testimonianza di tutto questo. La voce di Giovanni Pastrone, nella lettura del suo manoscritto originale, è di Fabrizio Bentivoglio. Le musiche originali del film sono a cura di Davide Tomat e Federico Bisozzi, nomi dell’etichetta berlinese K7.
“Pastrone!” ha vinto il premio Miglior documentario italiano al Rome Independent Film Festival 2019 e il Premio Pastrone all’Asti Film Festival 2019. E’ stato inserito nella selezione ufficiale dei Nastri D’Argento 2020 (sezione Cinema, Spettacolo, Cultura), oltre che nominato Miglior documentario al The Next International Film Festival 2021 (Calcutta) e all’Imago Film Festival 2022 (Civitella del Tronto).

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale