Non è stato premonitore il titolo Piangi pure, visto che ora Lidia Ravera ha più di un motivo per sorridere. Il suo romanzo è il vincitore del Premio Asti dAppello 2013, assegnato domenica
Non è stato premonitore il titolo Piangi pure, visto che ora Lidia Ravera ha più di un motivo per sorridere. Il suo romanzo è il vincitore del Premio Asti dAppello 2013, assegnato domenica pomeriggio in un Teatro Alfieri tutto esaurito. Alla consegna del riconoscimento, Lidia Ravera ha scherzato sul rapporto tra gli scrittori e i giudici che componevano la giuria: «Amo moltissimo i premi, mi danno una gioia infantile. Questo premio mi è particolarmente caro, perché assegnato da una giuria togata. Gli scrittori hanno un profilo criminale, noi si rubacchia vite, gesti e parole altrui. E poi mi rodeva così tanto al Premio Cortina che mi sento vendicata».
Assessore alla Cultura della Regione Lazio, Lidia Ravera aveva conquistato la fama nel 1976 con il suo romanzo desordio, Porci con le ali; Piangi pure è il suo 28° romanzo, la giuria ha motivato così lassegnazione del premio: «Per loriginalità della vicenda, la capacità di interpretare sentimenti, stati danimo e condizioni umane dei personaggi. La scrittura è limpida e coinvolgente». Come da copione il resto del pomeriggio di Asti dAppello, che si è aperto con i saluti del presidente del Premio Piero Ghia e i suoi ringraziamenti alla giuria popolare, composta da studenti di cinque istituti superiori astigiani e da un gruppo di lettura della Casa circondariale di Quarto. Ghia ha anche sottolineato le difficoltà economiche che hanno reso arduo lallestimento di questa edizione 2013, ma proprio lentusiasmo dei più giovani e il fatto che sia un evento molto sentito dalla città ha convinto gli organizzatori ad andare fino in fondo. Sul palco è intervenuto anche Enzo Bettiza, scrittore e giornalista premiato sabato Maestro di Asti dAppello, seguito poi dallassessore alla Cultura Massimo Cotto, che con la consueta verve ha condotto levento.
I dieci finalisti si sono quindi avvicendati per arringare il pubblico e, soprattutto, la giuria. La prova è stata affrontata con approcci differenti: «I miei libri dovrebbero difendersi da soli ha spiegato Paolo di Paolo ma vero è che dopo averli pubblicati entrano anche nelle vite di altri». «Quello che cè nel mio romanzo colpisce? ha invece chiesto retoricamente Alessandro Perissinotto Il merito non è mio, ma del tempo che viviamo. Ho solo orientato lo specchio del romanzo nella direzione giusta.» Applauditissimo ed emozionante il concerto della pianista cinese Jin Ju, interprete di brani di Beethoven e Chopin.
e.in.