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Orfeo secondo Magris e l’inquietante Duda Paiva
Cultura e Spettacoli

Orfeo secondo Magris e l’inquietante Duda Paiva

Da stasera a domenica,  al Teatro Gobetti di Torino, va in scena “Lei dunque capirà” di Claudio Magris con Daniela Giovanetti per la regia di Antonio Calenda. Claudio Magris ripercorre il

Da stasera a domenica,  al Teatro Gobetti di Torino, va in scena “Lei dunque capirà” di Claudio Magris con Daniela Giovanetti per la regia di Antonio Calenda. Claudio Magris ripercorre il mito di Orfeo che scende nell’Ade in cerca della sua Euridice. Lo spettacolo è uno dei possibili modi in cui si potrebbe raccontare oggi il mito del giovane poeta che scende negli inferi per recuperare la sua amata e che, forse per troppo amore, si volta a guardarla prima del tempo, contravvenendo alle promesse. Ma in questa messinscena del mito non c’è nulla. C’è solo una donna, dietro la porta di un ambiente scarno e cupo, che racconta una storia (alle 20.45, dom. alle 15.30).

Stasera e domani, al Teatro Astra di Torino, la Duda Paiva Company presenta “Bastard”. Duda Paiva, brasiliano trapiantato in Olanda, mostra il suo universo poetico inquietante e grottesco, affollato da pupazzi che vivono impossibili sogni d’amore, di sesso, di complicità bestiali in equilibrio tra danza e teatro di figura, tra video e spettacolo dal vivo (alle 21, tel.: 011 5634352).

Stasera, al Cineteatro Baretti di Torino, va in scena “Chi cazzo ha cominciato tutto questo? Ovvero l’immobilità fulminante” di Dejan Dukovski per la regia di Davide Livermore: sette stanze, sette storie, sette incontri, dove tutto è senza il peso della convenzione sociale, dove i pensieri segreti si mostrano e si scatenano, dove i personaggi che popolano questo mondo onirico sono verità profonde e disperate, degenerazioni del pensiero, che svela verità rimosse per troppo tempo. I protagonisti sono un Clown, un Arabo Nero, un Collezionista di bollette, Lulu, una Ballerina e dottor Fallus, una Suora, un Demone in gabbia, una Fuggiasca e Angeli che muti, immobili, assistono alla deriva dell’anima che perde la gravità (alle 21, tel.: 011 655187).

Sara Poeta

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