Ha destato interesse l’inaugurazione della mostra “Amelia Platone. La linea tracciata”, allestita alla Fondazione Eugenio Guglielminetti per il trentesimo anniversario della scomparsa dell’artista astigiana Amelia Platone (1927-1994), protagonista di esposizioni ad Asti e in Europa.
Un’esposizione curata dalla presidente della Fondazione, Marida Faussone, e dalle figlie dell’artista, Eugenia e Rita Castellana, che si snoda attraverso 35 opere tra disegni, incisioni, acquerelli e tempere che documentano momenti di vita quotidiana.
La parole della presidente Faussone
«Amelia Platone ed Eugenio Guglielminetti – ha esordito Marida Faussone – crearono ad Asti parte della cultura del secondo periodo del dopoguerra. Allievi del maestro Felice Casorati, furono protagonisti per l’originalità».
Alla creatività Amelia Platone aggiungeva anche la sensibilità di saper scorgere, attraverso la realtà, l’essenza della condizione umana. «I suoi temi prediletti – ha sottolineato la presidente – erano legati alle difficoltà della vita quotidiana. Lavori scaturiti sempre da studi e ricerca, opere che emozionano e lasciano intravedere la profondità del suo animo».
Presenti all’inaugurazione anche il presidente di AstiMusei Mario Sacco, il vicepresidente Gianfranco Imerito e il componente del cda Antonio Lepore. «Tanta partecipazione ci commuove – ha detto Sacco ricordando le numerose iniziative della Fondazione Guglielminetti – e promuove la rete dei musei di Asti e provincia».
Il ritratto dell’artista
«La grande capacità di questa artista – ha aggiunto Antonio Lepore – era quella di saper racchiudere in pochi tratti grandi sentimenti, frutto di ricerca interiore e di abilità tecnica, soprattutto per quanto riguarda le incisioni. Una poetica dimessa, la sua, profonda, che comunica al cuore».
Toccante l’intervento della figlia Rita: «La mamma ha vissuto con leggerezza – ha affermato – che non vuol dire superficialità, ma capacità di “planare” sulle cose dall’alto, di andare in profondità e tessere rapporti creando solidarietà, senza vivere nel rancore. Sono trent’anni che ci ha lasciato, ma siamo sempre circondate dalla sua arte. “Una linea tracciata” – ha aggiunto – una linea antica, che parte dai nostri nonni e parla di attenzione ed empatia verso il prossimo».
Al termine dell’inaugurazione Maria Gabriella Saracco, presidente Soroptimist, ha consegnato un omaggio a Eugenia e Rita mentre, a conclusione dell’evento, i componenti del Laboratorio Teatrale Fondazione Eugenio Guglielminetti, coordinato da Noemi Priarone, ha accompagnato la visita con letture di brani di Amelia Platone.
Photogallery a cura di Agostino Santangelo