Il primo piano della Casa di Vittorio Alfieri ospiterà la mostra "Asti e la Rinascita". Gli astigiani potranno tornare in uno dei luoghi più importanti della storia culturale cittadina. La commisisone consiliare del Comune ha fatto un nuovo sopralluogo nel cantiere per toccare con mano l'avanzamento dei lavori. Ecco come sarà una volta riaperta. Ma resta la questione della Biblioteca Alfieriana…
Casa Alfieri non è la Venaria Reale ma ha una storia molto simile a quella della Reggia dei Savoia. Chiusa per tanti anni, quasi abbandonata a se stessa, ridotta ad un grado di fatiscenza inimmaginabile se si pensa che è stata l'abitazione di Vittorio Alfieri, oggi sta tornando al suo antico splendore grazie ad un lavoro di ristrutturazione e recupero conservativo senza precedenti. Palazzo Alfieri non è la Reggia di Venaria ma per gli astigiani potrebbe essere molto di più: una casa che dagli intricati cunicoli sotterranei al maestoso salone interno, dalla scala nobile alle camere dove ha passato la giovinezza il poeta, fino al cortile dove spicca il noto busto di Alfieri, è un pezzo di storia unico nel suo genere che merita di essere riqualificato e aperto al pubblico.
Ecco allora che la riapertura parziale al pubblico il prossimo 17 maggio con l'inaugurazione della mostra "Asti e la Rinascita" (esposizione che coinvolgerà anche Palazzo Mazzetti e Palazzo Ottolenghi) sarà la prima grande occasione per i cittadini di visitare le stanze di Palazzo Alfieri e rendersi conto personalmente dello stato di avanzamento dei lavori. La mostra sarà ospitata nei locali del primo piano il cui lavoro di ristrutturazione è in fase di completamento. «Per l'apertura non ci saranno ancora gli arredi e alcuni interventi dovranno ancora essere rifiniti ma sarà comunque possibile visitare il primo piano» spiega Carla Forno, direttrice della Fondazione Centro Studi Alfieriani.
Giovedì pomeriggio abbiamo avuto modo di visitare il cantiere di Palazzo Alfieri durante il sopralluogo della commissione consiliare Lavori Pubblici. A fare da guida l'architetto Roberto Nivolo (il progettista), l'architetto Cristina Cirio, il consigliere comunale delegato dal sindaco nel Cda della Fondazione, Alberto Bianchino e il vice presidente della commissione Angela Quaglia (ex assessore ai Lavori Pubblici che aveva seguito la ripresa dei lavori durante l'amministrazione Galvagno). Presenti inoltre l'attuale assessore Maria Bagnadentro, i consiglieri Piero Ferrero, Andrea Visconti, Mariangela Cotto e la stessa Carla Forno.
Entro aprile saranno terminate le opere murarie e messo il pavimento nei locali del primo piano dove ancora manca. La visita a Casa Alfieri si snoderà partendo dalla biglietteria, salendo sullo scalone nobile per giungere al piano dove sarà allestita la mostra. Sempre al primo piano, una volta terminati i lavori di ristrutturazione, sarà possibile visitare (su richiesta) la "Stanza del Tesoro" che alla riapertura di Palazzo Alfieri (entro fine 2014) conterrà circa 3000 carte e la biblioteca antiquaria. Proprio in questa stanza il team guidato da Nivolo ha fatto quasi un miracolo per salvare uno dei muri principali, fuori piombo di diversi centimetri e prossimo ad un crollo se non si fosse intervenuti con un delicato intervento di messa in sicurezza e ripristino dello stesso. Ad ospitare la mostra di maggio sarà la "Sala del Podio" attraversando la quale si possono raggiungere le stanze che furono di Vittorio Alfieri.
Fino ad oggi i lavori di ristrutturazione sono costati 1.304.411 euro erogati principalmente dalle fondazioni bancarie. Anche il Comune di Asti ha fatto la sua parte nei limiti del possibile finanziando la ristrutturazione del tetto con circa 110.0000 euro. Poi ci sono i privati che però hanno contribuito molto meno pur essendo la Fondazione un ente che può ricevere donazioni e lasciti con i quali finanziare le proprie attività. Come ha puntualizzato il consigliere Alberto Bianchino è intenzione del Comune mantenere la proprietà di Casa Alfieri perché «pur essendoci all'interno del Palazzo diverse fondazioni nessuna di loro ha la forza di poter gestire autonomamente l'intera struttura». Per terminare i lavori saranno fondamentali i 600.000 euro inseriti nel PISU (Programma integrato di Sviluppo Urbano) che interessa i quartieri ovest della città.
Ci sono però ancora dei punti che dovranno essere chiariti nella futura gestione di Casa Alfieri. A sollevare quello più critico è la direttrice Carla Forno ricordando come lo Statuto obblighi ad allestire all'interno del palazzo la Biblioteca Alfieriana, una raccolta di circa 7.000 volumi pronti per essere consultati da studenti, ricercatori, professori, etc. Secondo il progetto approvato dalla Soprintendenza e autorizzato dall'ex assessore Quaglia la Biblioteca Alfieriana sarebbe stata allestita nei locali oggi occupati dalla biblioteca dei ragazzi, entrando in Casa Alfieri sull'ala destra della struttura a pian terreno (è infatti previsto il trasferimento dell'Astense nei locali di Palazzo del Collegio).
L'attuale amministrazione comunale ha però deciso di destinare quell'area a "polo culturale" togliendolo quindi a Casa Alfieri. L'ex assessore Quaglia non condivide questa scelta ma nei prossimi giorni Carla Forno, l'amministrazione comunale e la Soprintendenza potranno giudicare altre opzioni, a cominciare dalla realizzazione di una sala lettura collegata al resto del Palazzo. Anche per Alberto Bianchino il polo culturale non dev'essere visto come un problema ma come opportunità e punto di collegamento tra le attività svolte in loco. La futura gestione di Palazzo Alfieri sarà molto probabilmente inserita in un Sistema Integrato dei Musei che metterà in rete tutti i musei di corso Alfieri condividendone servizi, biglietterie, addetti e gestione ordinaria.
Riccardo Santagati
twitter: @riccardosantaga