Il cibo, storicamente legato alla sfera sociale e religiosa, è uno dei principali fattori che qualificano una civiltà definendo il senso di appartenenza e di "identità culturale".
Il cibo, storicamente legato alla sfera sociale e religiosa, è uno dei principali fattori che qualificano una civiltà definendo il senso di appartenenza e di "identità culturale". Partendo da questo presupposto, e ispirandosi al tema dell'Expo di Milano "Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita", nasce la mostra "Alle origini del gusto. Il cibo a Pompei e nell'Italia antica", visitabile dal 7 marzo al 5 luglio a Palazzo Mazzetti.
Un viaggio virtuale alle origini del comportamento alimentare italiano curato da Adele Campanelli e Alessandro Mandolesi e fortemente voluto dalla Fondazione CrAsti e Fondazione Palazzo Mazzetti nel contesto astigiano, per sottolineare il legame del nostro territorio con una produzione agro?alimentare di storica e riconosciuta qualità, resa possibile grazie alla concessione di importanti reperti, per la prima volta esposti in un museo privato, da parte della soprintendenza per i beni archeologici di Napoli, Salerno, Avellino, Benevento, Caserta e della soprintendenza speciale per Pompei Ercolano e Stabia. Per la mostra, attorno alla quale si va delineando un ricco calendario di eventi, Palazzo Mazzetti propone un programma didattico articolato in visite guidate collegate a laboratori di diverso livello di approfondimento già presentato alle scuole dell'infanzia, primarie e medie.
"Coco optimo? cuciniamo con Apicio", rivolto alla scuola primaria e dell'infanzia, prevede una lezione introduttiva all'ars culinaria antica, la visita della mostra e un laboratorio ludico?creativo che vedrà i bambini impegnati nella composizione di un mini ricettario di cucina romana e nella realizzazione di una ricetta tratta dal "De re coquinaria" di Marco Gavio Apicio. "La magia di un'arte antica", rivolto a primarie e medie, intende avvicinare i ragazzi alla conoscenza degli antichi servizi da mensa, imparando a riconoscerli per poi cimentarsi nella decorazione di manufatti simili all'interno del laboratorio creativo. "Cosa hanno mangiato", sempre rivolto a primarie e medie, ci concentrerà sulla descrizione dei pavimenti musivi e in particolare sul tipico asarotos oikos o "pavimento non spazzato" sul quale erano rappresentati con tessere molto piccole e dovizia di particolari i resti di un copioso banchetto. Dopo la lezione introduttiva e la visita alla mostra il laboratorio si articolerà in due parti: la caccia la tesoro durante la quale i ragazzi dovranno ricondurre il frammento di pavimento in loro possesso all'opera esposta e la ricostruzione del menù consumato individuando analogie e differenze tra l'arte culinaria antica e quella moderna.
«I musei non devono limitarsi a essere un contenitore di opere, ma luogo di incontro, sperimentazione e ricerca; così come la didattica interna al museo non deve essere vista come sinonimo di educazione all'arte, ma con l'arte -? ha affermato la dottoressa Antonella Rocchio, illustrando i percorsi di visita e i laboratori dedicati alle scuole astigiane ?- La didattica museale non solo rappresenta il primo strumento di comunicazione del patrimonio, ma presenta l'enorme vantaggio del contatto diretto con la materia di studio facilitandone l'apprendimento così come usava ricordare l'artista e designer Bruno Munari: "Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco"».
Marzia Barosso