Venerdì 2 agosto, alle 11, sarà inaugurata a Palazzo Mazzetti la più completa mostra antologica sull’arte di Carlo Carosso (Asti, 1953 – 2007), per celebrare l’opera e il genio dell’artista dei “Bacchi” anche in occasione della Douja d’Or, dato che l’esposizione sarà visitabile fino al 20 ottobre.
Intitolata “Carlo Carosso. Dioniso e Orfeo, poesia e colori del mito”, la mostra – realizzata dalla Fondazione Asti Musei in collaborazione con la Fondazione CrAsti, il Comune di Asti e la Banca di Asti – è curata dal professore e scrittore Francesco Antonio Lepore, che con Carosso aveva dato vita ad un sodalizio artistico durato vent’anni, ed accompagnata da un catalogo con la prima monografia critica che esplora in modo esaustivo l’intera produzione artistica dell’artista italo-greco, di padre astigiano e madre greca (originaria dell’isola di Samo).
Il percorso espositivo
Nelle sale che negli ultimi anni hanno ospitato le opere di Chagall, Boldini e Caravaggio, si è voluto ricreare con oltre cento opere esposte un percorso attraverso le diverse anime dell’ispirazione di Carlo Carosso: da quella ellenica, segnata dall’incontro con il poeta Ghiannis Ritsos e dalle famose cartelle di xilografie acquerellate, a quella astigiana, con i tralci di vite, gli acini, i tartufai e i borghigiani festanti; per arrivare a quella orfica, con illustrazioni per autori come Ritsos, Lèopold Sèdar Senghor, Titos Patrikios ed Edoardo Sanguineti.
In mostra, oltre a dipinti e sculture, per la prima volta riuniti anche i due drappi del Palio del Giubileo, con i tre bozzetti che li hanno ispirati, oltre a piatti in ceramica di Samo e Albissola, grafica, libri ed etichette d’autore, tra cui le famose etichette dei “Bacchi” che promuovono i più grandi vini di Langhe e Monferrato.
La mostra include inoltre un repertorio di opere esposte per la prima volta, offrendo una visione completa del contributo di Carosso all’arte contemporanea. Un’opera singolare dell’artista, un olio su cartone di pizza realizzato per un’asta benefica a favore delle vittime dell’alluvione di Asti del 1994, farà da copertina alla mostra. L’opera raffigura idealmente Bacco ed Orfeo, le due anime guida dell’evento, con al centro lo scudo cittadino coronato e la scritta “Ast“, sottolineando il profondo legame dell’artista con le radici contadine del suo territorio.
L’esposizione sarà visitabile tutti i giorni, dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso 18) a Palazzo Mazzetti, in corso Alfieri 357.
Per ulteriori informazioni: 0141/530403.