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Cultura e Spettacoli

Tornano all’antico splendore
le sale di Palazzo Ottolenghi

Un importante pezzo di storia cittadina, un luogo unico nel suo genere, è stato riportato al suo originario splendore e, finalmente, è tornato ad essere uno dei gioielli di cui Asti può andare

Un importante pezzo di storia cittadina, un luogo unico nel suo genere, è stato riportato al suo originario splendore e, finalmente, è tornato ad essere uno dei gioielli di cui Asti può andare fiera. A Palazzo Ottolenghi, grazie ai finanziamenti del PISU, sono tornati all’onore del mondo l’androne principale, lo scalone, la sala della “quadreria” e il salone grande, vero e proprio gioiello d’altri tempi che non sfigurerebbe in contesti ben più conosciuti, come Versailles o la Reggia di Caserta. A mostrare ai giornalisti il risultato del restauro conservativo e del ripristino degli interni sono stati i tecnici e gli amministratori comunali, i quali hanno anche presentato un bilancio conclusivo del PISU e degli investimenti effettuati sulla città.

Il futuro del Palazzo
Di certo c’è che, ristrutturati i saloni nobili di Palazzo Ottolenghi, si guarda alla fruizione dell’immobile dove si trovano, al piano terra, il Museo del Risorgimento e, sottoterra, il rifiugio antiaereo. «E’ nostra intenzione rendere visitabili questi saloni, attraverso passatoie e un percorso obbligato, così da non rischiare il danneggiamento dei mobili presenti o del pavimento – ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici Alberto Ghigo – Palazzo Ottolenghi è un contenitore di storie e vogliamo che sia fruibile da tutti». Il ripristino è stato il più possibile conservativo, a cominciare dai lavori che hanno interessato il pavimento delle sale, la tappezzeria (dov’è stata lasciata quella dell’epoca su alcune pareti) e gli apparati pittorici.
«Abbiamo ricevuto i complimenti da parte del funzionario della Regione che, la scorsa settimana, è venuto ad Asti per verificare lo stato dei lavori – ha commentato il sindaco Brignolo – Questo ci ha fatto molto piacere perché ricordo che, in passato, ci sono state molte polemiche sul PISU e c’era chi consigliava di lasciare perdere la partita sui palazzi storici».

Le cifre del PISU
In totale sono stati spesi 14.668.619 euro grazie al Piano integrato di sviluppo urbano, di cui 10.584.830 erogati dall’Europa, tramite la Regione, 3.230.468 euro di cofinanziamento del Comune e ulteriori 880.321 euro sempre erogati dall’Ente comunale. Alle opere pubbliche sono andati 12.798.199 euro (comprensivi di spese per la progettazione e direzione lavori); ai progetti sociali 1.363.570 euro; a quelli in favore delle attività economiche 193.540 euro. Per la promozione culturale e sul “brand PISU” il finanziamento è stato di 264.000 euro, mentre alla comunicazione esterna sono andati 48.707 euro. A lavorare sul PISU sono stati 33 professionisti/studi professionali, 52 imprese di cui 12 ditte con sede nell’Astigiano che hanno realizzato opere per un ammontare complessivo di 4.034.068 euro, circa un terzo del valore di tutto il PISU.
Anche la macchina comunale ha dato un importante apporto al Piano, coinvolgendo direttamente 5 dirigenti, 15 tecnici (di cui 11 funzionari) e 3 funzionari contabili. Da non dimenticare il “tesoretto” messo insieme con i ribassi d’asta, del valore di circa 513.000 euro, e che ha permesso di finanziare ulteriori cantieri sempre nella zona sud ovest della città.
«In Comune ha lavorato una squadra molto organizzata, preparata e motivata e il risultato ottenuto è sicuramente uno stimolo per fare importanti cose anche in futuro,a cominciare dal nuovo PISU previsto per il 2016» ha concluso l’assessore Ghigo.

La ricaduta sul lavoro
In un momento di forte crisi economica e occupazionale, il PISU ha portato un po’ di ossigeno in molte aziende e uffici pubblici. Come ricordato dall’assessore ai servizi sociali Piero Vercelli, «con i soldi del PISU sono stati attivati 282 tirocini formativi che, per oltre l’11% dei casi, si sono trasformati in assunzioni definitive».

Le opere principali
Tante le opere finanziate dal PISU e di cui la città ha già iniziato a fruire (il pagamento delle stesse, salvo alcune deroghe, deve essere registrato entro il 31 dicembre). Tra queste il nuovo parco del Borbore di via Atleti Azzurri Astigiani, la pista ciclabile della Torretta, la nuova bretella stradale tra corso Ivrea e strada Ragazzi del ‘99, il nuovo polo sportivo e sociale di via Turati, la pista ciclabile tra il quartiere Torretta e corso Alba e la riqualificazione del Palazzetto dello Sport e della piscina di via Gerbi. Altrettanto importanti gli interventi di restauro di alcuni palazzi storici del centro, tra cui lo stesso Palazzo Ottolenghi. Gli altri edifici interessati dal PISU sono stati l’ex Cento Giovani, oggi nuova biblioteca, Palazzo Mazzola, dove è stato allestito il Museo del Palio, il Museo Lapidario e Palazzo Alfieri, nel quale sono ancora in corso i lavori di ristrutturazione degli interni in vista della riapertura che dovrebbe avvenire entro la primavera completando, così, il polo museale cittadino sulla direttrice di corso Alfieri, già sede di Palazzo Mazzetti e del Museo Paleontologico ospitato in un’ala del Michelerio.

Riccardo Santagati

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