È durata solo due giorni, ma è stata un’esposizione molto apprezzata dai numerosi visitatori, la personale di pittura intitolata “Sguardi in atelier”, che l’artista astigiano Paolo Viola ha allestito nel suo laboratorio di via Quintino Sella in occasione della manifestazione Wine Street Tasting.
«Sguardi – spiega l’artista riferendosi al titolo della mostra – perché mi piace l’idea di creare un dialogo tra il quadro e chi lo osserva».
Progetto pittorico principe di Paolo Viola è quello di andare oltre lo spazio definito dalla tela «e questo – commenta – lo puoi fare solo realizzando delle estensioni, delle sovrapposizioni o addirittura delle figure esterne al quadro». Sagome che sbirciano, vanno via, sorridono, bambini che giocano e corrono, dando così profondità alle opere.
La carriera artistica
Nato a Napoli nel 1957, Paolo Viola ha dimostrato fin da piccolo grande passione e attitudine per la pittura, tanto da iniziare giovanissimo ad esporre (la sua prima personale risale al 1976 a Salerno). Parallelamente si è laureato in Medicina e nel 1987 si è trasferito ad Asti dove, senza mai abbandonare l’amore per la pittura, ha lavorato presso l’Asl locale fino alla pensione.
«Magari dipingevo di notte – ricorda – perché la mia è sì una passione, ma anche una necessità, un’arte che per me vuol dire progettazione, ma anche libertà».
Talento innato, con la sua pittura tonale, «che, artisticamente, è la mia modalità di comunicare». Paolo Viola regala emozioni. «Il mio maestro, Nicola Tota – racconta – mi diceva: “Devi imparare a dipingere l’aria”».
Quello che io cerco di trasmettere, a chi osserva i miei quadri, è di fare parte del contesto dandogli l’illusione di essere lì, di osservare insieme alle sagome applicate esternamente, di andare oltre appunto».
L’ultima mostra e i progetti futuri
Nello specifico, i quadri esposti in “Sguardi in atelier” erano avvolgenti e pieni di vita, di allegria, di luce e colori, ma anche di malinconia. Quadri da osservare, momenti di vita quotidiana in cui ci si poteva rispecchiare. C’era il mercato (già portato in mostra a Costigliole e a Villadeati), il mare di Milos con le sue bagnanti dai cappellini bianchi, l’artista stesso tra le bancarelle di frutta e verdura in un dialogo ironico con la figlia.
«Per il futuro, dopo la mostra molto coinvolgente del 2018 intitolata “Dal mare alle colline del mare”, allestita al museo PAN, – rivela l’artista – mi piacerebbe rifare una mostra a Napoli ma anche qualcosa ad Asti, magari proprio “Dal mare alle colline del mare” che qui saltò a causa della pandemia. Intanto – conclude – probabilmente terrò aperto al pubblico il mio atelier per alcuni fine settimana».