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Parole di Vino - La gogna mediatica per chi non è "bio"
Cultura e Spettacoli

Parole di Vino – La gogna mediatica per chi non è "bio"

In queste settimane di primavera quali sono i temi più dibattuti in rete che appartengono ad un modo di comunicare il vino ed il suo mondo?Sicuramente uno é il "sovescio" (interramento di

In queste settimane di primavera quali sono i temi più dibattuti in rete che appartengono ad un modo di comunicare il vino ed il suo mondo?
Sicuramente uno é il "sovescio" (interramento di colture per aumentare la fertilità del terreno) tanto che, se non lo esegui, non sei un vero produttore di qualità: non sono più ammessi, nella gogna mediatica, i concimi chimici nè tantomeno l'antico letame se prodotto da animali sfruttati.
Dei vini vegani, bionaturali o altro ne parleremo presto per lasciare spazio al tema clou di questo inizio del 2015.
Premetto che non sono favorevole al diserbo ma che rimane uno dei sistemi più economici per la gestione delle infestanti nel vigneto del sottofila.
Non so perché ma quest'anno, a causa della volata lunga di tutti i vini bio, biologici o sostenibili, c'è stata in rete la corsa selvaggia a condividere (spesso manipolando la saturazione del colore per accentuare il contrasto) foto di vigneti diserbati malamente e, sempre più spesso, foto del vigneto del vicino in contrasto con il proprio non diserbato.
Sono totalmente contrario alla condivisione di queste foto e contrario a chi ha deciso di comunicare il suo vino "giusto e buono" denigrando quello degli altri.
Contrario, perché questa comunicazione autoreferenziale e spezzettata si rivolterà contro noi stessi: basta leggere i commenti sui social di alcuni consumatori: "Eh, ma quanta chimica usate!" "Oltre alla cantina, anche la vigna é la patria della chimica".
Visto che il consumatore non riconosce nemmeno i brand di qualità, come possiamo pretendere che sappia scegliere il vino in base alle foto primaverili? Perchè comunicare un aspetto così tecnico sui social condivisi e seguiti anche dai consumatori che non sono altrettanto preparati e credono ancora (a torto) che le sostanze usate per il diserbo finiscano nel vino?
Un altro aspetto della mia contrarietà risiede nel fatto che il diserbo sia sotto gli occhi di tutti in quanto é un aspetto visibile. Ma siamo sicuri dei trattamenti che si fanno durante l'estate?
Anche a me, nella zona del Nizza, piacerebbe parlare di un progetto condiviso chiamato "Le Vigne del Nizza" dove ci si impegni a ridurre l'utilizzo di principi di sintesi a favore di vigneti più sani e naturali invece di vedere troppe colline brulle.
Ce la faremo lavorando tutti insieme senza creare confusione nel consumatore con foto allarmistiche e distruttive.

Gianluca Morino

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