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Passepartout 2023 pubblico
Cultura e Spettacoli
Festival

«Passepartout si è guadagnato nel tempo il marchio di qualità»

Il direttore scientifico Alberto Sinigaglia e la presidente della Biblioteca Astense Roberta Bellesini intervengono a conclusione della ventesima edizione

«Il festival Passepartout ha compiuto vent’anni esibendo il marchio di qualità e affidabilità che si è guadagnato nel tempo».
Così il direttore scientifico Alberto Sinigaglia commenta l’edizione 2023, la ventesima appunto, terminata domenica scorsa. Il festival – organizzato dalla Biblioteca Astense – ha visto susseguirsi numerosi relatori – grandi nomi del giornalismo, della cultura e del mondo accademico – chiamati ad indagare il tema “Fronti”: non solo quelli delle guerre in corso, ma anche quelli più positivi, come le conquiste delle donne nella società. Quindi i fronti culturali e sociali (dalla sanità alla legalità, dalla giustizia all’economia). «E ancora – sottolinea – il fronte, dimostrato e non dichiarato, dell’alleanza con chi svolge attività culturale in città e con altre realtà interessanti, come il festival dell’economia torinese, con cui Asti è bene che dialoghi considerando la sua ossatura imprenditoriale legata, in particolare, all’enogastronomia e al turismo. Il senso dell’alleanza si è esplicato anche in alcuni temi cruciali affrontati durante il festival. Innanzitutto la candidatura di Asti a Capitale italiana della cultura 2025, iniziativa che ha mostrato una città dal volto e dal ritmo diversi, con un’ottima squadra che ha portato avanti un progetto arrivato a lambire la vittoria. Quindi il dialogo con Rodolfo Ziberna, sindaco di Gorizia, capitale europea della cultura 2025, con cui si è condivisa una visione di futuro».

Gli ospiti più attesi

Quella appena conclusa è stata anche l’edizione che ha visto ospiti due relatori molto attesi: il cardinale Gianfranco Ravasi e lo storico Carlo Ginzburg. «Li aspettavamo fin dal primo anno – conferma Sinigaglia – e finalmente abbiamo raggiunto l’obiettivo. Fanno parte di quel gruppo di relatori che avevamo ambizione di ospitare, come Paolo Conte (presente in due edizioni), Umberto Eco e Claudio Magris, l’unico che, per ragioni logistiche e di vita, non ci è ancora venuto a trovare. Ma confido nel futuro».

Le idee per il futuro

Riguardo alle prossime edizioni, però, il direttore scientifico non fornisce certezze sul suo ruolo. «Dopo 15 anni – confida – il mio incarico di direttore scientifico potrebbe terminare: deciderà il consiglio di amministrazione della biblioteca. Comunque, anche in questa eventualità, non farò mai mancare il mio appoggio ad un festival che può contare su un’ottima squadra di lavoro, grazie anche all’impegno “dietro le quinte” della direzione a livello organizzativo. Tanto da diventare un gioiello, seguito dal pubblico non solo quando si presentano i personaggi più noti, ma anche quando sul palco salgono relatori sconosciuti. Ormai, infatti, c’è fiducia nella qualità della proposta». Specularmente, anche i relatori accettano di partecipare grazie al livello raggiunto dal cartellone, di cui apprezzano molto anche il rapporto diretto con la biblioteca, tanto che molti poi decidono di visitarla, come il card. Ravasi e il docente universitario Fabrizio Rufo. Parimenti, il fatto che il porporato abbia visitato anche la sinagoga, e che a Palazzo Mazzetti sia ospitata fino al 19 giugno la mostra fotografica sui 20 anni del festival a cura di Franco Rabino, rappresentano ulteriori passi verso una maggiore presenza del festival in città».
Quali i margini di miglioramento? «Il progresso – continua – è fare in modo che, in virtù del concetto di allenza di cui parlavo prima, si attui una rete di scambi alla pari tra Passepartout e i festival culturali della regione, in particolare delle province limitrofe, per renderlo un appuntamento più piemontese. E poi far sì che in città, nei giorni degli incontri, si respiri maggiormente aria di festival. Passepartout ha voglia di abbracciare la città in attesa che la città lo abbracci del tutto, anche nelle forme più simpatiche come la semplice esposizione della locandina nella vetrina di un negozio».

Il commento della presidente Bellesini

La giornalista Elena Ciccarello e il regista Pif in occasione dell’incontro a Passepartout

Soddisfatta dell’edizione appena conclusa anche la presidente della Biblioteca Astense, Roberta Bellesini. «È stata un’edizione impegnativa – commenta – in cui abbiamo trattato numerosi problemi della società contemporanea, grazie a relatori di qualità che hanno lasciato molteplici spunti di riflessione. Grande affluenza di pubblico ha caratterizzato, in particolare, gli incontri con il regista Pif, il cardinale Gianfranco Ravasi, lo storico Luciano Canfora e il generale Claudio Graziano».

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