Orsola Caccia conquista definitivamente gli Usa. Dopo la mostra a Washington, a cavallo tra il 2014 e il 2015, è notizia di qualche settimana fa che il Met, il Metropolitan Museum of Art di New York, si è visto regalare tre opere d’arte di Orsola Caccia. Una donazione inaspettata, da parte del manager statunitense Errol M. Rudman, che comprende due nature morte e una scena religiosa. Le opere della pittrice moncalvese hanno debuttato in pubblico a dicembre scorso e attualmente sono in mostra nella “A New Look at Old Masters”, le gallerie dei dipinti europei recentemente reinstallati in cima allo scalone del museo newyorkese. Quella del Met diventa, quindi, la più grande collezione al mondo presente non in territorio italiano.
Le opere
Sul sito internet del museo (www.metmuseum.org) sono visibili le opere di Orsola Caccia con, in aggiunta, spiegazioni riguardanti la Città di Moncalvo e i dipinti presenti nella chiesa di San Francesco. Numerose riviste online d’arte hanno dato la notizia della nuova collezione. «Non sapevo quasi nulla di Orsola Caccia quando ci è arrivata la donazione», ha detto ad “Artnet News” David Pullins, curatore del dipartimento di pittura europea del Met. «Ovviamente, è estremamente eccitante e rientra tra gli obiettivi del Met di espandere il suo patrimonio con nuove opere di artiste che hanno realizzato nature morte. Si tratta di un genere molto comune per le prime donne pittrici, alle quali era negato l’accesso a modelli dal vivo e alla formazione insieme agli studenti maschi. Gli studiosi ora credono che, come molte altre artiste dell’epoca, anche un numero significativo delle opere di Orsola sia stato attribuito erroneamente agli uomini, il che spiega in parte la loro rarità», prosegue Pullins. Rarità come la celebre “Natura morta d’uccelli” messa all’asta a Londra, per oltre 264 mila dollari, circa 14 volte il prezzo base. «La collezione Rudman è un tipo mirato di collezionismo che può assolutamente aiutare a completare la pittura europea presente qui al Met», dice Pullins. Interessante è anche la storia della terza opera del Met di Orsola Caccia, “Madonna con Bambino e San Giovanni Battista”, come spiega Pullins: «Era precedentemente ritenuto un dipinto di suo padre Guglielmo. Tuttavia i molti elementi di natura morta del dipinto, in particolare il cardellino e la composizione di fiori, il marchio di fabbrica di Caccia figlia, puntano in modo convincente alla sua mano».
La riscoperta della pittrice
La riscoperta della grande pittrice seicentesca va addebitata, in prima battuta, all’opera meritoria del parroco moncalvese don Giorgio Bertola, che nel corso degli ultimi anni ha proceduto al restauro di gran parte delle sue opere e ne aveva divulgato la fama grazie ai tanti prestiti in giro per il mondo. Dipinti appartenenti alla parrocchia di Moncalvo sono stati, infatti, esposti alla mostra “Picturing Mary: Mother, Woman, Idea” del National Museum of Women di Washington e alla mostra “De dames van de barok” che ha avuto luogo a Gand, in Belgio, due anni fa.