«Amazing!». E' il commento entusiasta che scappa agli Americani o agli stranieri in generale quando visitano le nostre colline di Moscato e Barbera oppure quando scattano fotografie e
«Amazing!». E' il commento entusiasta che scappa agli Americani o agli stranieri in generale quando visitano le nostre colline di Moscato e Barbera oppure quando scattano fotografie e "selfie" con il cellulare davanti alla Collegiata di San Secondo. Nell'era del turismo di massa, la provincia di Asti si è scoperta punto attrattivo per un tipo di viaggiatore sofisticato ed esigente che vuole affiancare ai piaceri della tavola le visite culturali e le attività all'aria aperta (equitazione, trekking, nordic walking). Gli operatori del settore lo hanno capito ormai da tempo e negli ultimi anni i tour operator propongono pacchetti costruiti su misura per i visitatori d'oltre oceano. «Il turismo straniero nella nostra provincia sta crescendo in chiave esponenziale. Il riconoscimento Unesco sta aiutando il Monferrato a farsi scoprire ma abbiamo ancora molto da fare in termini di comunicazione» ci spiega Matteo Campagnoli della Meet Piemonte, associazione fondata da un gruppo di guide turistiche brevettate all'agenzia Apro di Canelli e oggi impegnate a far scoprire il nostro territorio.
La Meet Piemonte ha da poco istaurato una collaborazione con "Raggiungere", tour operator di Torino da dieci anni orientato principalmente verso il mercato americano. Finora "Raggiungere" ha proposto itinerari nella zona delle Langhe del Barolo e del Barbaresco offrendo walking tour enogastronomici improntati all'incontro con le realtà locali, sia in termini di tradizione che di cultura. Con Meet Piemonte si sta però aprendo la possibilità di elaborare pacchetti anche per l'Astigiano. «Il Piemonte non è la prima scelta di un turista statunitense e neppure la seconda. Su questo non possiamo illuderci. Dopo Roma e Firenze, solo al terzo viaggio un americano decide di approdare da noi. Quello che però tutti ci riferiscono è che il Piemonte risulta essere una piacevole sorpresa. Indubbiamente, abbiamo ottime potenzialità» aggiunge Marina Emprin di Raggiungere. Il guaio è che superati i confini dell'Europa in pochi conoscono la città di Alfieri e le colline di Cesare Pavese.
Ad aiutare, sicuramente, le riviste di enogastronomia, molto diffuse in America. «Sarebbero utili investimenti pubblici per campagne di comunicazione efficaci, in grado di catturare l'attenzione anche di chi non legge le riviste di settore» osserva Campagnoli. Difficile prevedere un turismo di massa. Anche profondendo un grande impegno in campagne di comunicazione, l'Astigiano resta vocato ad un turismo di nicchia, colto e raffinato. «Questa è la nostra fortuna» commentano alcuni osservatori fautori di un turismo di qualità ma soprattutto ecosostenibile, in grado di rispettare i delicati equilibri ambientali del paesaggio. E che questa meta sia in effetti sempre più apprezzata lo dicono i numeri. Secondo i dati della Regione Piemonte tra il 2010 e il 2013 si è assistito ad un aumento delle presenze straniere del +3.2% nella sola "macro area di Nizza" e un +1.8% sull'intera provincia. Dati su cui riflettere e investire.
Lucia Pignari