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Cultura e Spettacoli

Sorrisi e ricordi, Littizzetto
e gli altri insieme per Faletti

Erano in tanti domenica sera sul palco di piazza Cattedrale per ricordare Giorgio Faletti, a un anno dalla scomparsa, per la serata di gala della prima edizione del Premio che porta il suo nome: dagli

Erano in tanti domenica sera sul palco di piazza Cattedrale per ricordare Giorgio Faletti, a un anno dalla scomparsa, per la serata di gala della prima edizione del Premio che porta il suo nome: dagli amici artisti di vecchia data ai colleghi più giovani che, pur conoscendolo appena, lo stimavano professionalmente. In una serata condotta dal brillante Dario Cassini, ognuno ha portato una sua personale “tessera” andando a formare un eterogeneo mosaico del compianto artista astigiano.

Da Nicolas Vaporidis («Giorgio mi ha insegnato ad osare») a Nino Formicola, la prima “cavia” ad aver letto in bozza “Io uccido”, che sarebbe poi diventato il best–seller di esordio della produzione letteraria falettiana. Per Luciana Littizzetto «Giorgio aveva un’ingordigia di pensiero e attività artistica. Mi chiamava per parlarmi dei suoi progetti, diceva che io lo facevo ridere parecchio e provava un amore sconfinato per la moglie Roberta, che adesso porta ancora il suo sorriso». Spazio anche alla musica con Danilo Amerio e un emozionante duetto virtuale sulle note di “Il Pagliaccio E Il Musicista” e “l’aspirante amico” Omar Pedrini, che placava la curiosità di Giorgio sul mondo del rock. Premiati alcuni esordienti di successo negli ambiti in cui Giorgio si era cimentato: la cantante Amara, lo sportivo Matteo Piano, il gruppo comico Le Scemette, lo scrittore e regista Niccolò Ammaniti, lo scrittore Emanuele Trevi.

Sabato sera, in un Teatro Alfieri gremito in ogni ordine di posto, una bravissima Chiara Buratti è stata protagonista de “L’ultimo giorno di sole”, testo teatrale scritto da Faletti e curato nella regia da Fausto Brizzi. In un’ora e mezza intensa ed emozionante, Buratti, nella parte di una donna che si aggira in una città minacciata da una catastrofe imminente, ha portato in scena in maniera fluida e convincente sette monologhi alternati a nove canzoni frutto del talento di un Artista che manca tanto, e non solo alla sua città.

Bartolo Gabbio

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