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Cultura e Spettacoli
Biblioteca Astense

«Quando ho rivisto l’alba ho capito perché gli Egizi adoravano il Dio Sole»

Gianluca Ghiselli ha inaugurato la rassegna “Passepartout en hiver” parlando della spedizione in Antartide cui ha partecipato tra il 2018 e il 2019

E’ stato l’attuale direttore del Pronto Soccorso dell’ospedale Cardinal Massaia, Gianluca Ghiselli, l’ospite che domenica scorsa, presso la Biblioteca Astense, ha inaugurato la rassegna “Passepartout en Hiver”, in programma ogni domenica fino al 20 marzo. Ha intrattenuto il pubblico con il racconto di “Un anno in Antartide”, suggestivi ricordi del periodo in cui (dal novembre 2018 al novembre 2019) ha partecipato alla quindicesima spedizione invernale presso la stazione italo-francese Concordia in Antartide.
«Felici di essere nuovamente in presenza», ha affermato Roberta Bellesini, presidente della Biblioteca Astense che organizza la rassegna di incontri. «Speravamo di poter ospitare questo incontro nella nuova “Bibliotenda” (tensostruttura allestita nel cortile del Palazzo del Collegio), ma un disguido ne ha tardato l’apertura».

L’esperienza

L’incontro è cominciato con l’artista Nicola Colucciello (CNA) che ha interpretato il tema con due opere raffiguranti la flora e la fauna dell’Antartide e poi ha preso la parola Gianluca Ghiselli, parlando della missione di cui è stato il responsabile medico-sanitario: «Per me è sempre un piacere raccontare di quel periodo – ha esordito – di un’esperienza particolare e unica che, per essere capita, ha bisogno di uno sforzo di immaginazione da parte vostra», ha detto rivolto al numeroso pubblico presente. «Dimenticate gli ambienti, le distanze, le temperature, i tempi che conoscete. Immaginate un altro mondo, un altro pianeta, perché l’Antartide è questo e, per questo, è anche soprannominata Marte bianco».
Poco meno di un’ora e mezzo per stupirsi, conoscere e imparare, anche grazie al supporto di bellissime fotografie, per sorridere e ridere grazie all’ironia di Ghiselli.

L’Antartide

«L’Antartide è un continente che in inverno è attorniato da centinaia di chilometri di mare ghiacciato che porta la sua estensione ad essere cinque volte quella dell’Europa – ha continuato – è il posto più inospitale e più freddo che c’è sulla Terra e anche il più ventoso, con raffiche che possono superare i 340 km orari. E’ un continente di tutti e di nessuno, non vi si può andare per turismo ma solo per ricerche scientifiche».
In Antartide ci sono numerose basi ma quelle abitate, che rimangono aperte anche durante l’inverno, sono solo tre: una americana, una russa e la Concordia. Un viaggio per il quale il medico si è preparato fisicamente e psicologicamente, dove era difficile anche respirare a causa dell’altezza (circa 4.000 m) e dormire, dove la convivenza dopo un po’ diventa pesante e dove non ci sono odori né punti di riferimento, ma solo distese bianche, dove la temperature minima raggiunge i -84,6° e la notte dura da maggio ad agosto. Un’esperienza unica dove si studia e si fanno ricerche di vario tipo: astronomia, magnetismo terrestre, fisica, meteorologia, o ancora inquinamento e cambiamento climatico. E dove, se la notte è lunga, il cielo è così luminoso e pieno di stelle che non servirebbe la luce. Il cibo è il più bel passatempo, con un cuoco dedicato che «intrattiene» con piatti stuzzicanti che per quanto ne mangi, in Antartide, non fanno ingrassare. Dove Gianluca Ghiselli ha fotografato l’aurora australe e una stella cadente, dove ha parlato con quelli che per mezz’oretta sono stati i suoi vicini, «ovvero – ha spiegato – i componenti della stazione spaziale internazionale». Dove ha visto l’alba più lunga. «Quando è tornata – ha sorriso – ho capito perché gli Egizi adoravano il Dio Sole e ho dato loro ragione».

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