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Quel solaio in gesso, pezzo unicoCorsa contro il tempo per salvarlo
Cultura e Spettacoli

Quel solaio in gesso, pezzo unico
Corsa contro il tempo per salvarlo

E' una corsa contro il tempo quella che il sindaco di Montechiaro Paolo Luzi, il Ciraas e alcuni architetti stanno conducendo per non perdere uno dei più importanti manufatti in gesso

E' una corsa contro il tempo quella che il sindaco di Montechiaro Paolo Luzi, il Ciraas e alcuni architetti stanno conducendo per non perdere uno dei più importanti manufatti in gesso dell'intero Astigiano risalente al 1697. Si tratta di un solaio in gesso, uno straordinario soffitto realizzato in un locale di sgombero che rappresenta una "perla" per la sua unicità. Si trova nel centro di Montechiaro, in via Peisini, ed appartiene ad un privato che lo ha messo in vendita. Dopo tanti anni in cui l'amministrazione comunale aveva mantenuto il diritto di prelazione per l'acquisto, ora tale diritto è scaduto e ha già manifestato intenzione di acquistarlo un vicino di casa.

Ma il timore è che l'immobile, di circa 50 metri quadrati in tutto, possa essere demolito o ristrutturato completamente con la distruzione dell'importante reperto architettonico. Cosa ha di tanto strano quel solaio? Lo scrive l'architetto Marina Cappellino nel primo volume dedicato ai soffitti di gesso del Monferrato. «Questo deposito attrezzi sito nell'antico cantone dei Pessini -si legge- è probabilmente l'antica sede di una Confraternita, quella dell'Addolorata». Lo confermerebbe infatti il tipo di decorazioni riportate: «I primi tre riquadri del pannello sono ornati da simboli religiosi riferiti alla passione di Cristo, mentre gli altri tre sono ornati da simboli araldici». Tutti gli altri pannelli in gesso censiti e studiati riproducevano motivi puramente decorativi mentre nel soffitto di Montechiaro ci sono riferimenti a temi ben precisi. Fissando la data della sua realizzazione al 1697. A completare la singolarità del manufatto in via Peisini, vi è anche un'acquasantiera in gesso incassata nella parete e un altorilievo di un santo devoto a mani giunte, probabilmente San Luigi di Tolosa.

«Abbiamo chiesto alla Compagnia di San Paolo un contributo per l'acquisto di questo locale -dice il sindaco di Montechiaro Paolo Luzi- per essere sicuri di restaurare e salvaguardare il soffitto così prezioso. La Compagnia ha sempre dimostrato il suo interesse verso i manufatti di gesso avendo finanziato alcuni volumi che li trattavano diffusamente. Ma ovviamente accettiamo ogni tipo di aiuto finanziario per arrivare ad acquisire il fienile. Il sogno nel cassetto è quello di rimetterlo a posto e destinarlo a Museo del Tartufo». Una corsa contro il tempo però, dicevamo, perchè l'immobile ormai è in vendita, il vicino di casa si è già fatto avanti, di finanziamenti al Comune non ne sono ancora arrivati e questa amministrazione è a fine mandato.

d.p.

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