Ha suscitato interesse, venerdì scorso presso la “Libreria Alberi d’Acqua”, l’incontro con lo scrittore astigiano Gian Marco Griffi.
Occasione in cui ha presentato il suo ultimo libro “Ferrovie del Messico”, edito da Laurana, uscito lo scorso maggio e proclamato “Libro del mese” a giugno da Fahrenheit, popolare trasmissione di Radio Tre Rai.
A dialogare con lo scrittore c’era il giornalista Carlo Francesco Conti, mentre Silvia Perosino, autrice della copertina e delle illustrazioni del libro, ne ha letto alcuni brani.
Il libro
Il romanzo di Griffi è un libro di avventura che, nonostante il titolo, si svolge per lo più ad Asti. E’ la storia di Cesco Magetti, milite della Guardia nazionale repubblicana ferroviaria in servizio ad Asti che, nel 1944, riceve l’incarico di disegnare una mappa delle ferrovie del Messico.
«L’idea del romanzo – ha raccontato Gian Marco Griffi – deriva da una lettura che feci: la biografia di Marcel Proust, dove si parlava anche della passione dello scrittore per il gioco in Borsa e dei titoli azionari che trattava. Nomi strani, quasi esotici. Tra i tanti, Ferrovie del Messico».
Un’illuminazione, dunque. «Parole che mi evocarono idee di storie e avventure – ha spiegato – e che scelsi come titolo del libro, anche se in tanti me lo stroncarono, dicendomi che sembrava più il titolo di un manuale».
Un libro studiato, frutto di ricerche storiche, ricco di personaggi. Un libro a volte commovente, a volte poetico, a volte ironico.
I commenti
«Ho avuto l’onore di leggerlo in anteprima – ha sottolineato l’assessore alla Cultura Paride Candelaresi, presente all’evento – e devo dire che me lo sono gustato con grande piacere, pagina dopo pagina, anche per la grande attenzione che c’è stata per Asti e per i cambiamenti urbanistici che la città ha subìto nel tempo».
Un volume lungo 824 pagine che scorrono veloci, con ritmi diversi e un’attenzione particolare e costante dell’autore per la lingua. «Griffi – ha commentato Carlo Francesco Conti – è come un giocatore di poker che tira fuori la carta che serve al momento giusto. Lui fa così con le parole. Usa linguaggi, come ad esempio il “furbesco”, finalizzati alle situazioni descritte».
Applausi meritati a Silvia Perosino che ha letto alcune pagine materializzando luoghi, profumi, paesaggi e personaggi. Tra loro Tilde, bellissima bibliotecaria di cui Cesco si innamora perdutamente, o Giustina, che conoscono tutti. Vissuta in orfanatrofio, smette di sognare e, a sedici anni, si perde nelle mani che le cingono il collo. «(…) vuole sentire una parola d’amore Giustina, almeno una volta – ha recitato Silvia Perosino – ma adesso è morta Giustina e non sente più niente».