Quasi un ritorno alle origini della fotografia, quando a inizio ?800 Joseph Niépce riuscì a catturare un'immagine su lastre di stagno e Louis Daguerre mise a punto un nuovo procedimento
Quasi un ritorno alle origini della fotografia, quando a inizio ?800 Joseph Niépce riuscì a catturare un'immagine su lastre di stagno e Louis Daguerre mise a punto un nuovo procedimento impiegando lastre di rame. Proprio su lastre di rame, attraverso le più moderne tecniche di stampa, prendono vita volti e sguardi catturati dalla macchina fotografica di Omar Pistamiglio, artista astigiano, «viaggiatore e curioso del mondo», che espone in questi giorni i suoi ultimi lavori nei suggestivi spazi del Ristorante dell'Enoteca di Canelli, in corso Libertà. "Il respiro della natura umana" è la mostra curata da Anna Virando e realizzata in collaborazione con il Musarmo di Mombercelli, il museo civico di arte moderna e contemporanea, e con il Parco artistico La Court.
«È un po' come amare, come non morire mai: con un cosciente silenzio volto alla meraviglia, il tentativo è stato quello di cogliere sguardi umani per giungere al Respiro più naturale. Una stampa su lastra di rame trattata con acidi fino a divenir lacrime, parole, sfumature, tracce di divino. Per tornar ad esser Nuove origini», spiega Pistamiglio. L'ossidazione prodotta sulle lastre di rame trattate con acidi è l'arte nell'arte: «Un tocco di caos, di non voluto: non si può conoscere il risultato finale del trattamento delle lastre ?- dice Pistamiglio accompagnando la riflessione che scaturisce di fronte alle sue opere -? Anche se "il caso va sempre preparato"». Gli occhi di una bambina del Botswana e lo sguardo di un anziano asceta seduto in riva al Gange, proposti in singolari sovrapposizioni di elementi, fino al volto di una giovane della Namibia che si mescola con una gradinata sul Gange di Varanasi.
Sovrapposizioni che nella fotografia di Pistamiglio, 34 anni, allievo dell'Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, abbiamo già imparato a conoscere, nelle grandi immagini che si appoggiano una sull'altra, a rappresentare «la sovrapposizione dell'uomo sulla natura» oppure a raccontare la surrealità, in un "dentro?fuori" di spirito magrittiano, fino a perdere la loro superficie liscia, graffiate, strappate e accartocciate. Le si possono vedere in mostra a Canelli, accanto ai nuovi lavori su lastre di rame; così come i negativi di sapore minimalista, delicati e raffinati che destano sempre un grande fascino nello spettatore. Una trentina in tutte le opere in esposizione, fino al 6 gennaio, con orario 11?14, 18?22 (chiuso il lunedì). In mostra nelle sale del Ristorante dell'Enoteca anche le sculture di Paolo Spinoglio.
Marta Martiner Testa