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Ferraris Silvia inaugurazione mostra
Cultura e Spettacoli
Arte

“Rifrazioni”: sette quadri in omaggio al preside Serafino Ferraris

I dipinti compongono la mostra allestita al Foyer delle famiglie dalla figlia Silvia, che dal 2014 vive in Burkina Faso

È stata un’inaugurazione affollata, insolita e molto apprezzata quella che nei giorni scorsi si è tenuta al Foyer delle Famiglie. Protagonista Silvia Ferraris che, anche ottima ballerina, ha introdotto alla sua mostra di pittura con una performance.
Da anni l’artista, figlia del compianto preside Serafino Ferraris, scomparso nell’agosto 2021, vive in Burkina Faso dove ha conosciuto il marito Didier con cui ha avuto due figli. «Questa – racconta – è la mia prima mostra in Italia e la prima personale dopo che, due anni fa, ho iniziato ad esporre in collettive in Burkina. Ed è anche un simbolico ritorno alle mie origini astigiane».

Il percorso

Laureata in Scienze della Comunicazione e Scienze dell’Educazione a Torino, è arteterapeuta. Per vari motivi non si sentiva pienamente realizzata dalla scelta di lavorare in Italia. «La mia attività si svolgeva a contatto con gli immigrati e i minori stranieri – ricorda – storie terribili e difficili». Storie che l’hanno spinta a partire per l’Africa con una Ong francese che aveva accolto un suo progetto di arteterapia. «Il Burkina Faso è stata una scelta casuale ma – sottolinea Silvia – anche ragionata». Lì ha conosciuto Didier, che allora lavorava in un teatro sociale, e insieme hanno deciso di rimanere in Africa. Adesso Silvia Ferraris è una libera professionista, gestisce un centro che propone attività parascolastiche per bambini e di benessere per gli adulti (pilates, yoga…) e dove, una volta al mese, si svolge la serata “Ristorante italiano”, con la collaborazione di connazionali in cucina. Didier, invece, ha avviato un progetto di fattoria agroecologica.
Silvia Ferraris ha anche continuato a coltivare le sue passioni: la danza e la pittura.

L’esposizione

Sette i dipinti di “Rifrazioni”, tutti in omaggio al papà. Acrilici, dipinti con le dita, che parlano del sentimento universale tra padre e figlia: volti indefiniti, colori scuri con poche tracce colorate per indicare il buio e la luce, sensazioni che probabilmente provava Serafino Ferraris che a dieci anni perse la vista. «Quando decido un tema – commenta l’artista con un vago accento francese che ormai fa parte di lei – parto dal movimento, poi viene la riflessione». Titoli e poche parole sotto ogni opera, come “Tra passato e futuro”, l’ultimo quadro dove sotto al titolo si legge “Infiniti percorsi di luce è ciò che mi resta….So che quella luce è la tua eredità”.
La mostra è visitabile dal giovedì al sabato dalle 17 alle 19 per circa un mese. Info: 0141/592732.

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