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Mostra Io sono una storia
Cultura e Spettacoli
Esposizione

Ritratti ad altezza viso e un audio che accompagna la visita

Visitabile fino al 2 luglio “Io sono una storia – Uno sguardo attraverso”, allestita nel giardino di Palazzo Mazzola come evento collaterale del festival AstiTeatro

Ritratti di anziani ospiti e personale della casa di riposo Monsignor Marello ad altezza viso, accompagnati da un audio di 34 minuti in cui i protagonisti degli scatti raccontano di sé e delle proprie emozioni. E’ da visitare liberamente, senza un percorso o una durata predefiniti, la mostra “Io sono una storia – Uno sguardo attraverso”, allestita nel giardino dell’Archivio storico di Palazzo Mazzola come evento collaterale del festival AstiTeatro, visitabile fino al 2 luglio.
A presentarla, in occasione dell’inaugurazione di giovedì scorso, il suo ideatore: l’attore e formatore teatrale astigiano Eugenio Fea. «Questa esposizione – ha spiegato – è il frutto di un percorso alla riscoperta di sé stessi e degli altri condotto su un gruppo di anziani della casa di riposo, per la maggior parte non autosufficienti, che hanno partecipato ad un laboratorio in cui sono stati invitati a raccontarsi, partendo ogni volta da uno spunto di riflessione o da un’immagine evocativa e universale».

La mostra

Da sinistra padre Luigi Roasio, Eugenio Fea, Donatella Ciaceri, l’assessore comunale Paride Candelaresi, il direttore artistico di AstiTeatro Mario Nosengo e il dirigente comunale Angelo Demarchis (foto Billi)

Incontri da cui è nato il materiale della mostra, composta da 26 ritratti e 4 dettagli, oltre ad alcuni disegni firmati da Ottavio Coffano che sono stati colorati dall’ospite Angelo Pera, «definito il miglior “coloratore del Marello”», ha specificato Fea.
«Considero questa esposizione uno spazio meditativo – ha poi aggiunto l’attore – da visitare liberamente, senza un percorso predefinito, e dedicandovi il tempo che si ritiene adeguato. Il file audio, opportunamente rimaneggiato, dura 34 minuti e sarà attivo di continuo».
Ad occuparsi degli scatti il fotografo Marco Ragaini. «Mi preme sottolineare – ha affermato – che sono fotografie che non ho fatto o “rubato”, ma costruito insieme agli interessati, in modo che protagonista sia la persona ritratta, non il fotografo».
Dalla casa di riposo Monsignor Marello – rappresentata all’inaugurazione dalla direttrice sanitaria della struttura, Donatella Ciaceri, e da padre Luigi Roasio, legale rappresentante dell’Istituto Oblati di San Giuseppe – un plauso all’iniziativa «che mette al centro le persone con la loro dignità e storia».

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