In un certo senso, quello di giovedì sera è un secondo debutto per "I mattini passano chiari". Lo spettacolo di Alessio Bertoli andrà in scena al Teatro Alfieri (21.15, interi 12 euro,
In un certo senso, quello di giovedì sera è un secondo debutto per "I mattini passano chiari". Lo spettacolo di Alessio Bertoli andrà in scena al Teatro Alfieri (21.15, interi 12 euro, ridotti 7 euro) con un'edizione riveduta, dopo aver chiuso, nel 2013, il Pavese Festival davanti alla casa natale di Santo Stefano Belbo. Il testo prende spunto da "Il mestiere di vivere", il diario che lo scrittore tenne fino alla morte: «E' un libro di cui mi sono innamorato da piccolo – commenta Bertoli – ma per questo spettacolo l'idea era di raccontare l'uomo Pavese in un modo fuori dagli schemi, come un viaggio fuori dal tempo. Rispetto all'allestimento di due anni fa, questa volta ci sono elementi scenici pensati per il teatro, oltre a proiezioni».
In scena l'attore Roberto Accornero, noto anche al grande pubblico per i suoi ruoli nella sitcom "Camera Café" e nella fiction "Il maresciallo Rocca". Il suo personaggio è quello di un giornalista che decide di ultimare il suo studio sulla morte di Pavese nella stessa camera d'albergo di Torino dove lo scrittore pianificò il suicidio. «E' un testo in cui mi ritrovo – commenta – perché affronta argomenti molto concreti: l'autenticità dell'individuo, i rapporti con le donne, la schizofrenia della creazione artistica. Inoltre non è la prima volta che ho a che fare con Cesare Pavese, nel 1985 l'ho impersonato ne "Il diavolo sulle colline" di Vittorio Cottafavi.» Per Accornero è una sorta di ritorno a casa: le sue origini sono piemontesi, parte della sua famiglia è di Refrancore. Attualmente impegnato con l'attività di doppiaggio e al lavoro su uno spettacolo che recupera la tradizione della prosa in radio, l'attore riprenderà un ruolo che nel 2013 era stato dell'astigiano Fabio Pasciuta.
La musica avrà un ruolo fondamentale ne "I mattini passano chiari". Sul palco il cantautore Beppe Giampà interpreterà dal vivo i brani tratti dal suo disco omonimo, ma non si limiterà a fare da colonna sonora. «Giampà rappresenta la morte, tanto che nella sua chitarra si può intravedere una falce – dice Bertoli -. E' una figura che aspetta e ascolta, risponde e interviene in maniera ben precisa a seconda dei momenti. Ma l'unico a riuscire a percepirne la presenza è il personaggio femminile sul palcoscenico, interpretato da Barbara Forlai, con cui riesce a vedersi e a intendersi.» Carico di domande sulle ultime ore di Pavese, fino a sfiorare il genere giallo, lo spettacolo prodotto da Nig – Nuove Idee Globali verrà presto riproposto alla Casa del Teatro di via Goltieri e ai ragazzi delle scuole con una serie di repliche.
Enrico Panirossi