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Cultura e Spettacoli

Sagre, il giorno dopo: il vino
a pagamento non piace ai fedelissimi

Non importa che si fosse in fila davanti ad una cassa per prendere lo scontrino o nascosti nelle cucine, indaffarati a preparare deliziosi manicaretti. Indipendentemente dal proprio ruolo e dal

Non importa che si fosse in fila davanti ad una cassa per prendere lo scontrino o nascosti nelle cucine, indaffarati a preparare deliziosi manicaretti. Indipendentemente dal proprio ruolo e dal proprio posto, davanti o dietro al bancone delle casette delle pro loco, il commento univoco al Festival delle Sagre è stato lo stesso: «il tempo ci ha graziati per tanti anni. Prima poi doveva capitare». E sì, prima o poi un brutto acquazzone doveva sopraggiungere a rovinare la festa lasciando a tutti l'amaro in bocca per la sfilata cancellata e la festa guastata a metà. Se il sabato sera è filato liscio come da copione, la domenica pomeriggio si è contraddistinta per il tempo incerto e la scarsa affluenza. «La pioggia ha rovinato tutto. Con 250 litri di olio da scaldare a 300 gradi abbiamo dovuto aspettare che smettesse di gocciolare per accendere i fuochi. Solo verso le 12,30 abbiamo potuto accendere i fuochi e difficilmente riusciremo a compensare i mancati incassi. C'è poca gente. Sarà un miracolo se quest'anno riusciremo a coprire solo i costi» è il commento amareggiato di Alessandro Ferrari Presidente della Pro loco di Cessole.

«La gente è scontenta, borbotta perché non ci sono tavoli al coperto e le panche sono ancora tutte bagnate -? spiegano Michela e Federica della Pro loco di Sessant -? Sabato sera è andata bene, ci è sembrata la solita affluenza, forse qualcosa in meno rispetto al solito». L'aumento del prezzo dei piatti serviti in piazza Campo del Palio non sembra quindi aver scoraggiato gli avventori, molti dei quali non si sono accorti della differenza rispetto all'anno prima. Ben altro discorso, l'introduzione dei 50 centesimi per il bicchiere di vino. «Molti si sono lamentati del vino a pagamento. Inoltre, ci hanno contestato l'impossibilità di acquistare un secondo bicchiere slegato dall'acquisto del piatto» spiega Pierluigi Berta sindaco di Rocca d'Arazzo, dietro al banco della Pro loco di Santa Caterina.

A confermarlo, un gruppetto di ragazzi sui vent'anni provenienti da Torino che in fila per prendere il bicchiere di vino aggiungono: «Ci avete abituati al vino in omaggio. Scoprire che da quest'anno è a pagamento è stata una brutta sorpresa». Marco e Camilla, una coppia di fidanzati di Trento mangiano al riparo della casetta della Pro loco di Nizza Monferrato, chiusa per il maltempo. «Sapevamo che avrebbe piovuto ma ormai avevamo prenotato l'albergo da quattro mesi. Diciamo che ci siamo rifatti ieri sera, è stata una bella festa. Unico neo: la lentezza del servizio di alcune Pro loco. Abbiamo fatto code di oltre mezz'ora, è stato snervante. Troppo pochi, poi, i posti a sedere». Quest'anno tra le casette, si sono contati meno astigiani e più turisti, soprattutto quelli arrivati in pullman o con tour organizzati. Gli astigiani, invece, se ne contano sempre meno ogni anno. Spiega la signora Giovanna di Annone, in attesa delle frittelle di Cessole: «venire al sabato sera è quasi impossibile, non si trova più parcheggio».

La pioggia, condanna delle pro loco, è stata invece una manna per chi da tempo rinuncia alla festa: «Sono anni che non veniamo a causa della calca. Immaginavamo che per il brutto tempo i più fossero rimasti a casa, così ci siamo reimpossessati della nostra festa» spiega una famiglia astigiana, con due figli adolescenti. «E' l'unica occasione in cui mio marito mi porta fuori a mangiare. Non ci rinuncerei per nulla al mondo, anche se dovesse nevicare» ci dice con un sorriso storto la signora Maria di Asti, in attesa della rustica ai formaggi di Rocchetta Tanaro. «Esageruma nent» le risponde il marito a fianco. Lo speaker della manifestazione, intanto, elenca una per una le pro loco che riaprono i battenti. Spuntano anche le famiglie con i tavoli e le sedie da campeggio. Ma questa volta l'ombrellone resta aperto non per difendersi dal sole, ma dalle gocce di pioggia che ogni tanto cadono dal cielo.

Lucia Pignari

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