«Sono molto soddisfatto per l'accordo sul Moscato – ha commentato Dino Scanavino, Presidente nazionale CIA – al di là dei fronzoli, il comparto ha dimostrato di essere vivace. Adesso dobbiamo
«Sono molto soddisfatto per l'accordo sul Moscato – ha commentato Dino Scanavino, Presidente nazionale CIA – al di là dei fronzoli, il comparto ha dimostrato di essere vivace. Adesso dobbiamo sperare che la Russia tiri e che i mercati internazionali diano buone risposte ma le prospettive sono serene per l'unico prodotto che ancora garantisce agli agricoltori un buon reddito».
Discorso ben diverso va fatto sul Brachetto per cui ad oggi, sebbene la vendemmia stia per iniziare, le parti non sono addivenute ad alcun accordo. «Il problema vero sul Brachetto – ha aggiunto Scanavino – non è dover fare trenta – trentacinque quintali quest'anno ma aver perpetuato negli anni un sistema di trattenute per mantenere in equilibrio gli stoccaggi. Sono quasi dieci anni che va avanti questa politica che ormai abbiamo capito non funzionare. Si individuino le rese corrette; noi non siamo in alcun modo disposti a firmare un accordo che preveda ritenute. Questa volta e lo sappiano tutti, siamo pronti a far parlare le carte bollate e impugnare l'accordo se si andasse in quella direzione. Non so se il Consorzio del Brachetto d'Acqui abbia senso o meno e so che costa poco. Ma cosa conta non è quanto costa ma le cose che vengono fatte. In questo caso quelle che non sono state fatte. Dal 2008 stiamo investendo 700/800 euro a ettaro per smaltire le scorte e le scorte sono sempre lì. Forse sono aumentate. Credo sia un problema di incentivi, togliete le ritenute e vedrete che gli stoccaggi andranno sul mercato e il prodotto si riequilibrerà. Dobbiamo solo togliere questa rendita di posizione ad oggi davvero inaccettabile per gli agricoltori».
l.p.