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Cultura e Spettacoli
Esposizione

Sculture e disegni di Sergio Omedé in mostra ai Voltoni di Montemagno Monferrato e al castello di Costigliole

L’inaugurazione alla Casa sul portone di Montemagno Monferrato sabato 5 luglio alle 17 con le opere dell’ultima produzione

Si inaugura domani, sabato 5 luglio, alle 17, alla “Casa sul portone”, la mostra dedicata alle sculture e disegni di Sergio Omedé, allestita ai Voltoni della Scalea barocca di Montemagno Monferrato su iniziativa di Monferrato Arte e Cultura. La mostra è un excursus sull’ultima produzione dell’artista, dal 2015 al 2025 e le opere saranno sculture e disegni in cui Omedé indaga attraverso il linguaggio plastico le variegate possibilità espressive ed evolutive della materia. Nei suoi raffinati disegni e nelle sue sculture in vetroresina e terracotta, attinge la sua ispirazione dalla metamorfosi, un legame stretto tra gli esseri umani, il mondo animale e vegetale; un mondo metafisico e surreale che dialoga con i grandi maestri del passato e con i ricordi e le radici della sua infanzia restituendoci antiche suggestioni mescolate alle moderne inquietudini dell’uomo contemporaneo.

«Per Sergio l’ironia non è un particolare modo di discorso – scrive Walter Accigliaro, autore del testo critico del catalogo – che consiste nel dire cose opposte a quelle che si vogliono significare. Semmai si tratta, talvolta, di irridere con evidenza a drammatiche complicanze esistenziali, una sorta di riso amaro che pervade la cosiddetta “commedia umana”. Inoltre, per Omedè il teatro dell’assurdo può coincidere con pietose circostanze, così come con apparizioni angustianti. Un bestiario di grandi quadrupedi incerti o di umanoidi deformati, libri di legno aperti da cui fuoriescono vari elementi animali o vegetaliformi, strani idoli inquietanti, particolari anatomici ingranditi a dismisura, figure sezionate od appese ad improbabili strutture ed altri soggetti sono gli interpreti di una narrazione vitalistica quanto angosciante. È quasi un “caravanserraglio” in cui si raccolgono e si annotano vicende personali, vissute trepidamente o comunque temute per una loro eventuale effettuazione, evocazioni intime, similitudini, sogni conturbanti». Visite alla mostra fino al 31 agosto, il sabato dalle 15 alle 18,30 e la domenica dalle 10 alle 12,30 e dalle 15 alle 18,30. In settimana su prenotazione: tel. 3333048368, 3475496644. Per le opere di Sergio Omedé è in programma in realtà una doppia mostra: dal 26 luglio al 31 agosto avrà anche la suggestiva cornice del castello di Costigliole d’Asti, con visite sabato e domenica dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 19.

L’artista.

Sergio Omedé nasce il 5 dicembre del 1957 a San Damiano d’Asti, città che lo influenza nel laboratorio del padre falegname e tramite gli artigiani locali. Nel 1972 si iscrive all’istituto d’arte di Aqui Terme e poi si trasferirà alla scuola d’arte di Saluzzo dove si avvicinerà alla conoscenza del restauro e dell’arte medioevale. Il 1974 è un anno di svolta con l’incontro della “Maternità” di Arturo Martini nella Galleria d’Arte Moderna di Torino che lo ispirerà per la forza del suo modellato. Frequenterà poi l’Accademia Albertina di Torino la scuola di Sandro Cherchi. Tra gli anni ‘80 e ‘90 del Novecento vivrà un isolamento: non frequenta gli artisti contemporanei, preferisce cogliere la sua ispirazione artistica dai libri, dalla sua intuizione e sensibilità questo è dovuto al suo carattere schivo ma anche da una malattia che lo accompagnerà fino agli anni ’90. Questo è un periodo molto creativo che lo porterà anche a diventare insegnante di arti applicate a Saluzzo dove potrà approfondire maggiormente la scultura figurativa del ‘900. Nel 1984 espone la sua prima mostra personale a Torino alla galleria la “Cittadella” con testo critico di Renzo Guasco. Nel 1985 espone alla galleria “La Fornace” di Asti, poi nella mostra itinerante “Piemonte anni ‘80” che ha come sedi Torino, Venezia, Firenze e Parigi. L’incontro con il critico Mario de Micheli lo porterà alla Biennale di scultura di Asti e alla Biennale internazionale del Bronzetto di Padova nel 1995. Nel 1994 partecipa ad “Artissima” con una scultura e un grande disegno nello spazio di Nicola Loi dello “Studio Copernico” di Milano. Nel 1997 partecipa al 37° Premio Suzzara e nel 2000 è tra gli artisti della rassegna “Corpo libero” a Castell’Arquato. Negli anni 2000 ha tre importanti commissioni: la commissione per la cantina di Angelo Gaja “Ca’ Marcanda” di Castagneto Carducci; nel 2004 la scultura “l’Emigrante” per il comune di Savigliano in occasione del gemellaggio con la città argentina di Villa Maria e nel 2006 si inaugura ad Asti il monumento “De Historia” per il Comune di Asti in collaborazione con l’architetto Giovanni Bo. Nel 2018, viene commissionato dal Parco Paleontologico astigiano la realizzazione di installazioni/cornici da inserire nel paesaggio astigiano per valorizzare gli scorci nel territorio dell’antico mare padano. Nel 2020 la Fondazione Peano di Cuneo lo invita ad allestire una personale “Om. Anatomia del pensiero barocco” a cura di Ivana Mulatero.

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